Partito il due maggio, il Future Film Festival, dedicato all’animazione e alle nuove tecnologie, animerà le giornate bolognesi e di tutti gli appassionati di cinema fino a domenica prossima oltre che con film, anche con numerosi workshop, seminari e presentazioni. Come ogni anno il festival, arrivato all’edizione numero diciannove, vedrà una numerosa rappresentanza di film provenienti dal Sol Levante fra cui, sia detto senza esagerazioni, due veri e propri capolavori, uno recente ed uno proveniente dagli anni Settanta.

 
A Silent Voice, proiettato ieri e ancora al cinema Lumière oggi e nella giornata di domenica, è ambientato in una scuola elementare di provincia dove la routine quotidiana di un bambino cambia radicalmente quando arriva Shoko, una nuova studentessa. La bambina è sorda ed usa un quaderno per comunicare con il resto della scuola, ma ben presto la novità e la differenza della sua situazione si trasforma in un’occasione di bullismo per alcuni compagni di classe che porterà la giovane ragazza a lasciare la scuola.

 
Pellicola animata che tratta problematiche assai delicate, il bullismo a scuola e l’accettazione della disabilità, in un periodo della vita altrettanto delicato, A Silent Voice ha riscosso un buon successo di critica e di pubblico ed è ancora in alcuni teatri dell’arcipelago dopo più di sette mesi dall’uscita.

 

 

 

Belladonna of Sadness © Cinelicious Pics
Belladonna of Sadness,[object Object],© Cinelicious Pics

È invece da poche settimane nelle sale giapponesi Lupin III: Goemon Ishikawa, il nuovo mediometraggio diretto da Takeshi Koike e ambientato nell’universo del famoso ladro gentiluomo. Il film si muove sulla stessa linea stilistica di altri lavori creati da Koike con la collaborazione del geniale Katsuhito Ishii, Lupin III: The Woman Called Fujiko Mine nel 2012 e Lupin III: Daisuke Jigen’s Gravestone nel 2014, animazioni dal taglio più adulto e brutale del solito, opere di nicchia che somigliano quasi a graphic novel in forma animata, e che dotate di un fascino tutto particolare rimandanom al manga originale come lo aveva pensato ed ideato Monkey Punch nel lontano1967 – Lupin III: Goemon Ishikawa sarà presentato al Cinema Lumière giovedi e venerdi.

 
Ma veniamo ai capolavori. Se c’è un film che vale assolutamente la pena di non perdere in questo Future Film Festival – sarà presentato sabato e domenica prossimi – si tratta sicuramente di In This Corner of the World, lungometraggio animato che ha stravinto le classifiche giapponesi di miglior film dell’anno per il 2016, quelle di tutti i film in generale e non solo quelle animate, e che è stato il miglior film giapponese anche per chi scrive. Il veterano Sunao Katabuchi adatta per il grande schermo un manga ambientato a metà degli anni Trenta del secolo scorso in cui la giovane protagonista Suzu, dopo il matrimonio, si sposta da Hiroshima nella piccola e rurale cittadina portuale di Kure. Ciò che vediamo sullo schermo è filtrato dalla fantasia e dal sognante realismo della ragazza, una quotidianità fatta di piccole cose che con il passare del tempo e con la mobilitazione totale voluta e spinta dall’Impero giapponese si abbruttisce ed incupisce sempre di più.

 
Fra i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale fino al lampo finale della bomba su Hiroshima, la guerra e la morte sono descritti nella loro tragica banalità attraverso un tratto semplice, e se vogliamo grossolano del disegno, anni luce lontano dall’iperrealismo fantastico Ghibli o dal tratto tipico di manga e anime. Il film di Katabuchi è un pugno nello stomaco tanto delicato quanto inesorabile, un’emozione che ci fa vivere la guerra e la sua violenza in tutta la sua tragicità ma senza semplificazioni e cedimenti a facili spettacolarizzazioni.

 
Fra le proiezioni speciali svetta in tutta la sua unicità Belladonna of Sadness, lungometraggio d’animazione uscito nell’arcipelago nel lontano 1973, terzo capitolo di una trilogia erotica voluta da Osamu Tezuka e prodotta dalla sua Mushi Production a partire dalla fine del decennio precedente, che porterà al fallimento della casa di produzione.

 
Belladonna of Sadness fu realizzato senza il coinvolgimento diretto di Tezuka e con Eiichi Yamamoto dietro la macchina da presa che spinse i limiti formali e tematici della pellicola verso territori che non erano ancora stati esplorati nell’arcipelago.
Un delirio di psichedelia, erotismo e violenza per raccontare la storia della giovane Jeanne che per vendicarsi della violenza sessuale subita dal barone della contea, stringe un patto col diavolo – la voce in originale è quella di Tatsuya Nakadai – portando il caos ed inducendo al delirio sessuale tutto il villaggio. Il lungometraggio restaurato in 4K sarà proiettato domenica sera, giornata conclusiva del festival.