È nato, per iniziativa di Adriano Aprà, il movimento cinematografico Fuorinorma. La via neosperimentale del cinema italiano. È composto, in questa fase costituente, di 40 autori e 40 opere. Io ne faccio parte col mio sesto film, Il Negozio (Italia, 2016, 78’).

“Sono sperimentali i film di cui parlo? Lo sono in quanto ricercano nuove strategie espressive diverse e opposte a quelle istituzionalizzate dal cinema di finzione e documentario. Lo sono perché scoprono nuove ipotesi narrative, nuove strutture drammaturgiche, nuove opzioni di montaggio, di musica, di suono.” (Adriano Aprà)

Nel prossimo autunno, in tante sale italiane saranno proiettate le 40 opere, e presentate e discusse dagli autori e dagli spettatori. Si prevedono prima altri incontri, manifestazioni, probabilmente saremo alla Mostra di Pesaro, a giugno. È già attivo il portale: www.fuorinorma.it

Con che spirito partecipo a questa anormale intrapresa? Con lo spirito dello sperimentalista classico. Sono da sempre sperimentalista, condividendo l’idea di tanti che se un artista non sperimenta forme nuove per raccontare il nuovo del mondo ha sbagliato mestiere: doveva limitarsi a fare l’artigiano. Classico pure, in quanto allievo di Fidia scultore che tutta l’arte classica ha fondato, ma non come arte equilibrata per partito preso, bensì come arte che tiene insieme la geometria e l’anatomia, la danza e la processione naturalissima di cavalli e cavalieri e vitelli e adolescenti e dei e donne e dee del fregio del Partenone.

E allegramente vi partecipo, come un settantenne che non ha più niente da perdere né da guadagnare, che non cerca più premi o consolazioni, bensì complici intellettuali e morali per imprese storicamente progressive e per ciò necessarie. Allegramente: infatti ho proposto come motto del movimento cinematico: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a sperimentare.”

Sono sicuro che presto nascerà anche una periodica occasione d’incontro per questo cinema nuovo, no, non un Festival, coi divi, e neppure una Festa, coi lustrini, ma il Carnevale del Cinema. Perché solo a Carnevale ogni sperimentazione vale.

Un personaggio de Il Negozio, che è un vero negozio di ottica in via Merulana a Roma, rifiuta gli occhiali da vista che si è fatto fare giustificandosi con uno straziante “Vedo troppo”. Volete voi vedere poco?

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