Altro che caos, ormai il M5S sembra che esista solo per cacciare via quanti vi hanno lavorato fino a oggi. Dopo i senatori Vacciano e Simeoni, le cui dimissioni erano state respinte dall’assemblea del gruppo a palazzo Madama e che invece sono stati buttati fuori senza tanto complimenti da Grillo e Casaleggio, ieri è stata la volta del deputato Alessio Iannuzzi, figlio della senatrice Simeoni. Anche lui si era dimesso nelle scorse settimane denunciando la mancanza di democrazia all’interno del Movimento, e anche lui è stato accompagnato alla porta senza che né l’assemblea né la rete abbiano potuto esprimersi. Anzi, la notizia che non faceva più parte del Movimento Iannuzzi l’ha ricevuta via sms dal capogruppo Alessio Villarosa. «Attendo motivazioni», è stata la replica del deputato.

Più tardi su Facebook Iannuzzi si è sfogato. «Non era questo il Movimento senza capi né padroni che io, e tanti altri, abbiamo abbracciato. Come siamo arrivati a questo punto?». E ancora: «Casaleggio è un imprenditore che presta servizi informatici, a fini di lucro, al blog Beppe Grillo (piattaforma ufficiale del M5S) e ha assunto – in perfetto conflitto di interessi – anche il ruolo di capo politico vicario, posizionandosi al vertice della piramide a 5 Stelle. Non mi è facile comprendere questi passaggi».

Le ultime vicende pare abbiano suscitato malumore anche tra i più fedeli ai due guru. Al punto che nello stesso direttorio non mancherebbero le proteste. «Non c’è che dire, siamo bravi a farci del male da soli», sarebbe stato il comento più diffuso. Di certo l’emorragia a 5 stelle non è finita. Al Senato sarebbe a un passo dall’addio Francesco Molinari, alla Camera Aris Prodani. Ma a loro potrebbero seguirne altri, tra gli altri Serenella Fucksia, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti.