Il prete preside di una scuola schiaffeggia uno studente a suo dire poco disciplinato, un padre tira un ceffone al figlio che non vuole tagliarsi i capelli, la direttrice di un istituto dove si nascondono ragazze in attesa di partorire per lasciare il figlio dello scandalo ad altre famiglie, colpisce una di queste donne che rivorrebbe indietro il suo bambino. Tre schiaffi, dunque, aprono La vita è facile ad occhi chiusi, il film di David Trueba, che si avvale delle musiche di Pat Metheny e Charles Haden, e che la Exit Media ha deciso di far uscire con un discreto numero di copie a un anno di distanza dal successo ai Goya, ben sei tra cui Miglior Film e Regia e Miglior Attore a Javier Cámara, il professore liceale d’inglese e di latino da cui prende avvio tutta la vicenda.

Tre schiaffi che simboleggiano il tono di tutto il film di Trueba, leggero e contemporaneamente drammatico, animato da vicende personali con un tenue sfondo storico politico. Gesti violenti e, al tempo stesso, interpretabili come dei peccati veniali che rimandano all’idea di un genitore troppo severo ma non orribile.

Ambientato nel 1966, nella Spagna della dittatura franchista, il film ha per protagonisti tre personaggi che cercano di fuggire, chi per realizzare un sogno, chi per paura e vergogna e chi per un atto di ribellione. A bordo di una utilitaria scassata, oltre al professore, Antonio, salgono Belén e Juanjo, i due giovani che dovrebbero segnare l’elemento di discontinuità con il passato e che con la loro voglia di cambiamento annunciano la futura “Transizione”.

Antonio è intenzionato a incontrare John Lennon, il suo mito, che in Almería sta girando sotto la direzione di Richard Lester, Come ho vinto la guerra, e che in quel soggiorno, anch’esso una sorta di evasione dalla celebrità e dal disagio provato durante l’ultima tournée, compone Strawberry Fields Forever, nel cui testo è compresa la frase da cui prende spunto il titolo del film: Living is easy with eyes closed.

Ossessionato dai Beatles e dai testi delle canzoni che propina di continuo ai suoi studenti, Antonio non ha il fisico e gli strumenti per potersi opporre al regime, può solo combattere con la forza dell’immaginazione, dedicando la sua vita di insegnante ai ragazzi. Fuori dalla scuola e lontano dalla radio e dal registratore, è solo e inerme.
Meno sognatori e senza un piano preciso sono i due passeggeri raccolti casualmente per strada. Belén è una ragazza rimasta incinta e costretta ad allontanarsi momentaneamente dalla famiglia per evitare lo scandalo, fino a quando non avrà partorito e lasciato in adozione il bambino. Juanjo è un sedicenne con un padre poliziotto, che per i suoi capelli lunghi viene torturato dalla famiglia e da chi non accetta il nuovo look degli anni Sessanta. Entrambi in fuga, con Antonio riscoprono, tra vari imprevisti, il senso dello stare insieme. E, soprattutto, comprendono quanto irrinunciabile sia difendere la propria dignità.

Costruito, come in parte già anticipato, per stare a metà tra la commedia e il dramma, la storia sembra suggerire di continuo che se un trio improbabile si mette in testa di incontrare John Lennon e di cambiare vita negli anni di Franco, allora chiunque oggi saprà superare quella che appare come una crisi senza fine. In altre parole, il film è pensato più per coloro che vivono un presente fatto di costrizioni e di nuove povertà che per rielaborare un periodo storico neanche tanto lontano. Il riscatto dei tre protagonisti dovrebbe stimolare quello di coloro che oggi devono opporsi a una sorta di dittatura silenziosa travestita da democrazia intransigente. E in questo senso si insinua il dubbio che il regime franchista venga raccontato come una specie di genitore severo che tira schiaffi ai suoi figli indisciplinati.

Come raccontato da Javier Cámara, che ha incontrato i giornalisti nella conferenza stampa, il professore oggi è un vispo novantenne ancora attivo che finalmente può dire ai suoi studenti, senza timore di smentita e grazie a un film di finzione, che la sua storia è vera. Mentre John Lennon, il simbolo di un mondo migliore, è morto ucciso nel 1980, a testimoniare che forse ci siamo liberati di tanti orrori, ma non di noi stessi e della nostra follia.