Liverpool 1961. Freda Kelly è una ragazzina di 17 anni, ha perso la mamma quando aveva un anno e mezzo, l’ha allevata il babbo. E Freda è già al lavoro. Dattilografa, batte a macchina in uno stanzone con un esercito di colleghe. Un giorno va al Cavern. Uno scantinato dove si suona. Non c’è aerazione, il puzzo di fumo, sudore e ortaggi, proveniente quello dal negozio di fronte, è inconfondibile. Un olezzo che ti rimane addosso.

Ma a Freda rimane addosso anche la musica di quei quattro ragazzi, si chiamano The Beatles. John, Paul, George e Pete alla batteria che fa strage di cuori femminili. Per Freda il Cavern diventa un momento obbligato (su 300 esibizioni dei Beatles dice di averne viste 190). Lei abita nella zona Sud di Liverpool, anche i ragazzi, che sono di poco più grandi di lei. Dopo un po’ il rapporto è confidenziale, lei può ricordare a Paul che è il compleanno di un’amica chiedendo una dedica particolare, lei sa perché John quando riceve un bigliettino non lo legge e lo fa leggere a Paul, John non ci vede senza occhiali, ma per il concerto li toglie. Un’amica fonda un fan club, Freda c’è, anzi, quando l’amica molla il colpo, lei decide di gestirlo. Perché lei è davvero una fan di quei quattro che le hanno dischiuso nuovi orizzonti musicali, lei ne è sicura. E come recapito dà il suo indirizzo di casa. Le lettere sono solo un paio. All’inizio. Poi aumentano. In modo esponenziale al punto che babbo Kelly non ne può più, le sue bollette annegano nelle cassette di posta del fan club.

Nel frattempo Richie (che noi conosciamo come Ringo) è subentrato a Pete. E un giorno chiede aiuto perché ha ricevuto delle lettere, ma non sa come gestire la cosa. Freda va a casa sua e scopre che sono solo nove, quisquilie. Però conosce Elsie, la madre di Richie, che diventa per lei la mamma che non ha mai avuto. Frequenta anche il babbo di Paul con cui talvolta si sbronza, la zia di John, molto rigida, i genitori di George col babbo che le vuole insegnare i balli classici, ma con Elsie è un’altra cosa.

Poi arriva Eppy. Figlio di un commerciante che ha il più grande emporio di elettrodomestici di Liverpool, Eppy è ricco e snob, recluta i Beatles e recluta anche Freda, che non sa come dirlo a papà che lascerà il lavoro perché assunta come segretaria del fan club dei Beatles che papà non vede di buon occhio. Ma quando vengono chiamati a suonare all’Empire, supporter di Little Richard, Eppy la invita le nel palco per assistere alla performance. Per Freda i suoi idoli hanno raggiunto il successo, cosa possono volere di più? Ma capisce che qualcosa di più sta avvenendo quando il comune di Liverpool li celebra. Elsie l’ha messa tra i parenti, così Freda partecipa, discreta, all’iniziativa, con 200mila abitanti accalcati davanti al palazzo del comune, mentre molte sue coetanee svengono. Mamma Elsie che spingerà Eppy anche a darle un aumento.

Per undici indimenticabili anni Freda è la segretaria del fan club più famoso del mondo. Raccoglie e spedisce ciocche di capelli, insegue i suoi ragazzi per fargli fare autografi, fa dormire Richie su una federa, gliela fa firmare e la invia alla fan, licenzia un intero gruppo di ragazze che le davano una mano nei momenti più folli perché mandano capelli falsi, rifiuta di apporre gli autografi con un timbro. Freda è una forza della natura. Ma nulla può contro papà. Quando dopo qualche anno Eppy e i Fab Four si trasferiscono a Londra lei non ha il permesso. Dà le dimissioni. Epstein e i Beatles contattano papà. Non c’è verso che Freda si trasferisca nella città del peccato. E allora rimane lì, negli uffici di Eppy a continuare il suo lavoro, salvo un paio di giorni a settimana in cui ha il permesso di andare nella capitale. Per tutto questo tempo Freda è stata la più discreta compagna dei Beatles, nessun pettegolezzo, nessuna indiscrezione, lei si è limitata a dirigere il fan club e dare notizie sui musicisti, non sulla loro vita privata.

Lo ha fatto sempre, sino allo scioglimento del gruppo. Aveva memorabilia che l’avrebbero fatta diventare ricca. Non ne ha mai approfittato. Ha continuato a fare la segretaria a vivere nella sua casa modesta a mettere su famiglia. Senza mai parlare di quella storia. Poi ha perso un figlio giovane è diventata nonna e la figlia l’ha convinta a raccontare, finalmente, la sua avventura, giusto perché il nipotino possa sapere. Ora quel racconto è un documentario appassionante sempre senza indiscrezioni). Si intitola Good Ol’Freda, in Italia La segretaria dei Beatles, lo ha diretto Ryan White, e verrà presentato il 27 maggio alle 20,30 nelle sale del circuito Open Sky Cinema, imperdibile.