Ci sono i dissipatori della propria opera, in musica, quelli che lasciano scorrere i giorni della creazione del tutto indifferenti al fatto che se ne conservi traccia (Chet Baker, Charlie Parker, ad esempio), e coloro che invece hanno una sorta di preventivo interruttore della memoria che raccomanda loro di conservare traccia di ogni concerto, di ogni ricerca. I Beatles lavoravano così. E anche i Grateful Dead, dei quali esiste una documentazione dipanata su varie centinaia di cd. E poi c’è stato colui che più di tutti ha documentato tutto, magari con una sorta di (inconscia?) preveggenza sul fatto che la...