Una cerimonia ufficiale, solenne e commovente, alla Sorbonne ieri sera per rendere omaggio a Samuel Paty, insegnante di storia-geografia in una scuola media della cittadina Conflans-Sainte-Honorine, a nord-ovest di Parigi, decapitato venerdi’ pomeriggio da un islamista, un ceceno di 18 anni, rifugiato con la famiglia in Francia, perché aveva insegnato la libertà di espressione mostrando delle vignette di Charlie Hebdo, mentre si sta svolgendo il processo degli attentati del gennaio 2015, dove è stata massacrata la redazione del settimanale satirico, prima dell’attacco al supermercato IperCacher.

Per poche ore, c’è stata unità nazionale, politici di tutte le tendenze riuniti di fronte alla bara di Samuel Paty con la musica degli U2 e di Mozart, per difendere un concetto che è uno dei fondamenti della Francia che all’estero molti non capiscono: la “laicità” – legge di separazione delle chiese dallo stato del 1905 – che significa neutralità religiosa, diritto di credere e di non credere (nelle scuole francesi non ci sono ore di religione, ma nelle lezioni si parla di storia delle religioni). Alla Sorbonne sono stati letti testi di Jean Jaurès, di Camus, tutti in onore del ruolo fondamentale degli insegnanti.

Paty insegnava la tolleranza e la libertà di espressione. Emmanuel Macron, dopo aver dato la Legion d’onore al professore a titolo postumo, ha reso omaggio alla personalità di Samuel Paty, “assassinato per aver insegnato la libertà”, perché “si era dato come compito di formare dei repubblicani”.

Sei persone erano ieri in stato d’arresto, per “complicità” nell’assassinio terrorista. Tra essi, due minorenni allievi della scuola media di Samuel Paty. L’assassino, Abdoullakh Abouyezidevich Anzonov, ha dato loro 300 euro per farsi indicare l’insegnante mentre usciva dalla scuola. Al centro dell’inchiesta, il ruolo delle reti sociali, dove Samuel Paty è stato messo al bando da una rete di islamisti prima di venire ucciso.