Nel paese «si rinviano gli appuntamenti che prevedono impegni e affollamenti di persone» ma intanto «in Italia si sta svolgendo una surreale, impossibile, ed in parte pure vietata, campagna radiotv per un voto referendario che evidentemente non si può tenere nella data prevista per il 29 marzo. Ci chiediamo cosa attenda il governo a prenderne atto». Il segretario del Partito Radicale Maurizio Turco torna a chiedere il rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari. Negli scorsi giorni già altre voci si sono levate per lo slittamento della data. A nome di alcuni comitati del No, il costituzionalista Massimo Villone ha scritto ai presidenti della Repubblica, del consiglio e delle camere. Ma il governo fin qui è orientato a tirare dritto. E nella maggioranza c’è chi preferisce che il voto si celebri nell’indifferenza dei più.

I radicali si appellano alla Vigilanza e all’Agcom contro i calendari Rai delle trasmissioni di comunicazione politica: «Pochissime puntate, all’orario pomeridiano o serali, quando il regolamento della Vigilanza prevedeva tanti spazi anche in fasce di massimo ascolto». Intanto Riccardo Magi, di +Europa, rilancia sui social un vecchio video del 5s Toninelli in cui sbeffeggia il taglio dei costi alla base del taglio dei parlamentari: «I veri risparmi per il dimezzamento della democrazia sono una tazza di caffé»