Il partito neofascista di Roberto Fiore ha annunciato per la terza volta in pochi mesi l’intenzione di affacciarsi nel quartiere romano di San Lorenzo, storica roccaforte di sinistra e movimenti. Sabato 25 maggio vorrebbe sfilare in nome di Desirée, vittima a ottobre scorso di un efferato femminicidio nel dedalo di strade tra cimitero Verano, università La Sapienza, stazione Termini e tangenziale Est. Nelle puntate precedenti, in realtà, oltre le intenzioni si è visto ben poco.

 

Il 27 ottobre 2018 lo sparuto gruppetto di militanti di Fn, una trentina in tutto, rimase confinato al di là del tunnel di viale dello Scalo, in mezzo all’ovale di porta Maggiore. Intorno il traffico scorreva come al solito. San Lorenzo, intanto, era presidiato dagli antifascisti: 300 all’imbocco del tunnel, vari gruppi in giro per i vicoli, oltre mille nella piazza centrale. Il secondo tentativo risale a pochi giorni fa, al 14 maggio, giorno della visita di Mimmo Lucano alla Sapienza. «È un nemico dell’Italia, gli impediremo di parlare» avevano promesso i camerati. L’epilogo è noto: l’ex sindaco di Riace varca i cancelli dell’università scortato dai manifestanti che cantano Bella Ciao, la facoltà di lettere è invasa da centinaia di persone, in duemila partecipano alla mobilitazione. Nel frattempo i soliti trenta di Fn percorrono alcune centinaia di metri sul marciapiede adiacente la Biblioteca Nazionale, protetti da un enorme e costosissimo dispiegamento di mezzi e agenti di polizia.

«Da un lato siamo preoccupati dalla recrudescenza della destra estrema nel paese – dice Gigliola Cultrera, storica residente del quartiere e attivista della Libera Repubblica di San Lorenzo – dall’altro non abbiamo intenzione di farci stravolgere i piani. Su questo territorio ci sono tante attività sociali, solidali e contro la speculazione. Andranno semplicemente avanti». La mattina di sabato, dalle 11, il movimento femminista Non Una Di Meno convoca nella strada del femminicidio un presidio che sarà occasione di confronto intorno ai temi della violenza maschile sulle donne. La mobilitazione continuerà nel pomeriggio attraverso le iniziative già previste all’interno di una due giorni di riqualificazione dal basso organizzata da Communia, occupazione situata a pochi metri dall’edificio abbandonato in cui è stata uccisa Desirée. «Questo territorio rifiuta le provocazioni fasciste – dice Salvatore Corizzo, attivista dello spazio sociale – Realizzeremo le attività in programma, che saranno ancora più partecipate. Via dei Lucani, largo Talamo e viale Scalo San Lorenzo si riempiranno di sport, cultura e teatro».

 

L’Anpi, intanto, si è rivolta direttamente a Matteo Salvini per chiedere di fermare Fn. «È una chiara provocazione, l’ennesimo tentativo di scandalizzare – sostiene Fabrizio De Sanctis, presidente provinciale di Roma dell’associazione dei partigiani – Questa volta si tratterebbe anche di una grave violazione del silenzio elettorale, di cui il ministro dell’Interno è garante, da parte di una formazione politica che è stata nuovamente ammessa alle elezioni e andrebbe invece sciolta in base al dettato costituzionale».