Anche sotto i templi c’erano i caveau perché il banchiere è uno dei mestieri più antichi del mondo: l’erario pubblico si trovava ai piedi dell’imponente tempio dedicato a Saturno, il più antico dell’età repubblicana. Lo dimostrano anche le molte botteghe di argentieri e cambiavalute riportate alla luce (e alla fruizione) da recenti scavi nel Foro Romano.
Il sito archeologico (quella valle che si estendeva tra i sette colli ed era una palude, bonificata già alla fine del VII secolo a.C.) negli ultimi anni è stato protagonista di un boom turistico e da oggi potrà visitarsi, ogni venerdì, anche al chiaro di luna, dalle venti a mezzanotte, in gruppi di venticinque partecipanti. Per l’occasione, la soprintendenza speciale per il Colosseo, insieme ad Electa, ha inaugurato un nuovo sistema di illuminazione (lampade a tecnologia led) che mette in risalto i monumenti e le domus che costeggiano la Sacra Via, che va dall’Arco di Tito a quello di Settimio Severo: luci calde e dorate per esaltare la materia e le rughe procurate dal tempo, più fredde e taglienti per squarciare il buio in maniera scenografica, che «segnano» trabeazioni e colonne come fossero apparizioni. L’invito è a fare una camminata sensoriale, perdersi in una geografia emozionale, immergersi in un «altrove» storico, ascoltando il racconto degli archeologi.
Per adesso, il percorso espositivo abbraccia l’intero complesso cristiano dei Fori e la Rampa imperiale, anch’essa recentemente riaperta dopo un restauro.






