«Non dimenticare» quello che è accaduto e lavorare per «costruire il domani», perché «passata l’emergenza» è facile fare finta di nulla e tornare a investire sull’«individualismo». Papa Francesco riceve in Vaticano una rappresentanza di medici, infermieri e operatori sanitari lombardi (e dello Spallanzani di Roma) – la regione più colpita dal virus – e fa il punto sull’epidemia di Covid-19, con un invito: impegnarsi per edificare una società che si prenda cura dei più deboli.

A guidare la delegazione, oltre ad alcuni vescovi (Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Crema, Lodi e Padova, in rappresentanza di Vo’ Euganeo), c’è il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che con grande enfasi invita il papa in Lombardia, «affinché possa portare consolazione alle famiglie delle vittime e ai tanti malati che hanno sofferto in questi mesi», «la sua visita sarebbe per tutti noi luce contro le tenebre che ci hanno avvolto in questi mesi». Francesco ascolta e ringrazia. È possibile che nei prossimi mesi accolga l’invito, ma più probabilmente si recherà in una diocesi lombarda piuttosto che al Pirellone.

Intanto ringrazia medici, infermieri e operatori sanitari, «in prima linea nello svolgimento di un servizio arduo e a volte eroico». Adesso però, ammonisce il papa, «è il momento di fare tesoro di questa energia positiva che è stata investita. È una ricchezza che in parte è andata “a fondo perduto”, nel dramma dell’emergenza; ma può e deve portare frutto per il presente e il futuro della società lombarda e italiana». Spingendo a cambiare direzione, perché «si è dimostrata illusoria la pretesa di puntare tutto su sé stessi, di fare dell’individualismo il principio-guida della società. Ma stiamo attenti perché, appena passata l’emergenza, è facile scivolare, è facile ricadere in questa illusione».