Editoria, come funziona il sistema in Italia e gli effetti dei tagli di Lega e M5s
Per saperne di più I contributi statali all'editoria vanno su due «gambe»: spese sostenute e vendite. Il governo cala la scure e cancella tutto dal 2022
Per saperne di più I contributi statali all'editoria vanno su due «gambe»: spese sostenute e vendite. Il governo cala la scure e cancella tutto dal 2022
La cosiddetta «riforma Lotti» è applicata per la prima volta alla carta stampata dal 1 gennaio 2019. La legge attuale prevede un sistema di contributi pubblici diretti (agli editori) che viaggia su due «gambe».
Prima «gamba»: il rimborso
Per i giornali nazionali, quelli più grandi, lo stato rimborsa il 35% delle spese effettivamente sostenute, tracciabili e documentate delle spese 2018 per i costi di poche voci precise: carta, stampa, trasporti, distribuzione, personale assunto a tempo indeterminato secondo i contratti nazionali, abbonamenti alle agenzie.
Due terzi di tali costi, dunque, restano a carico degli editori, che ricevono il rimborso un anno dopo aver sostenuto le spese (la percentuale di rimborso aumenta per i giornali più piccoli).
Seconda gamba: il contributo
Il contributo vero e proprio premia chi vende di più: 35 centesimi per ogni copia di carta ( venduta in edicola o in abbonamento ) e 40 centesimi per ogni copia venduta su web e app. Questi sono i valori per i giornali più grandi, tipo il manifesto. In ogni caso, tutte le copie – sia cartacee che digitali – sono certificate a posteriori da società esterne indipendenti con controlli a campione su tre mesi e su piazza.
È richiesta una percentuale minima di copie vendute rispetto a quelle distribuite, con l’esclusione delle vendite in blocco o tramite strillonaggio.
L’importo: 59 milioni di euro
Questi contributi diretti vanno solo a testate con certe caratteristiche: 34 cooperative, 10 fondazioni o enti morali non profit e poi 3 giornali di minoranze linguistiche, altri dei consumatori, per non vedenti, italiani all’estero, 114 piccole testate non profit.
900 dipendenti e 80 milioni di copie
Tutti questi editori messi insieme impiegano direttamente circa 900 persone: 677 giornalisti più 190 poligrafici e 8 tecnici (tutti a tempo indeterminato e con contratti nazionali). Le copie vendute in edicola sono 71 milioni e in digitale oltre 9 milioni (dati ufficiali Dipartimento Editoria riferiti al 2017). (il pdf)
I contributi effettivamente erogati sono stati pari a 59 milioni di euro. Il contributo per ogni impresa in nessun caso può superare il 50% dei ricavi. Tutti i dati e i beneficiari sono resi noti ogni anno sul sito del Dipartimento editoria.
I tagli di Crimi
Con la legge di bilancio, il governo ha deciso un taglio in tre tappe fino all’azzeramento totale dal 2022. Già quest’anno è previsto un taglio del 20% sul contributo superiore alla soglia di 500mila euro (una sorta di franchigia), che sale al 50% l’anno prossimo e al 75% nel 2021.
Il governo infine ha abolito i contributi indiretti dal 2020, chiuso gli incentivi alla pubblicità incrementale, bocciato l’inserimento dei quotidiani in abbonamento tra le offerte disponibili per i 18enni e i docenti.
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