Tanto va la gatta al lardo che ci mette lo zampino. I vecchi adagi, si sa, difficilmente sbagliano. E, in fondo, doveva pur succedere, prima o poi, che a questo Congresso mondiale delle famiglie arrivasse, finalmente – dopo giorni di allusioni, di affermazioni a dir poco eloquenti («L’aborto non è un diritto, ma un delitto» tuonava ieri, da questa stessa sede, il Vescovo di Verona Giuseppe Zenti) e di sottintesi la stoccata alla legge 194. E da chi poteva arrivare se non da Forza Nuova? Sabato mattina, in una conferenza stampa improvvisata sulla scalinata del Palazzo della Gran Guardia i responsabili locali del partito hanno lanciato la loro offensiva alla legge. «Proponiamo un referendum per l’abrogazione della 194» ha affermato senza mezzi termini il Coordinatore Nord del partito Luca Castellini. «Vedremo a quel punto cosa voterà il popolo, perché bisogna dare la voce alla gente. I politici che ci rappresentano non lo faranno mai: ci girano intorno, ma non hanno mai davvero il coraggio di agire».
Arriva, subito dopo, un attacco diretto al ministro dell’Interno Matteo Salvini che in questi giorni si era affrettato ad affermare che la 194 per lui resta intoccabile e che l’aborto è una conquista sociale. «Dice questo perché in realtà è un democristiano», hanno detto i militanti di Forza Nuova.

Intanto a Padova proseguono le polemiche dopo i disordini e le cariche della polizia contro un gruppo di manifestanti che contestavano un’iniziativa di Forza Nuova sempre contro l’aborto. Ieri due ragazze dei centri sociali rimaste ferite hanno chiesto le dimissioni del questore Paolo Fassari: «Non è così che si gestisce l’ordine pubblico» hanno spiegato, sostenendo che la polizia avrebbe deciso di caricare «proprio quando abbiamo alzato le mani. La carica – hanno proseguito le ragazze – si è protratta a lungo, anche quando molta gente era caduta e non c’era più nessun motivo di manganellare».