Economia

Fmi: più soldi alle banche per sostenere la ripresa fragile nell’Eurozona

Fmi: più soldi alle banche per sostenere la ripresa fragile nell’EurozonaChristine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale

Austerità Per una delle gambe della Troika «il Sud Europa resta la parte più preoccupante dell'economia globale»

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 22 gennaio 2014

Le previsioni economiche del Fondo Monetario Internazionale per il 2014 e il 2015 fissano la crescita annua nell’Eurozona all’1 per cento nel 2014 – era allo 0,9% a ottobre – e dell’1,4% nel 2015. La Germania, che ha migliorato le attese, non andrà oltre un +1,6% quest’anno e l’1,4% l’anno prossimo. Sembra che sarà superata dalla Francia che dice di puntare all’1,5%. L’Italia è il paese che andrà peggio nella gara del prefisso telefonico: quest’anno dovrebbe crescere dello 0,6% invece dello 0,7%. Nel 2015 crescerà dell’1,1% invece dell’1%. Percentuali tutte da dimostrare, negli ultimi anni non si può dire che i vaticini dell’Fmi abbiano rispecchiato la realtà.Ne è consapevole il capo economista di una delle gambe della Troika, Olivier Blanchard, secondo il quale il Sud Europa resta «la parte più preoccupante dell’economia globale». Il rischio è che l’inflazione si trasformi in deflazione: «Più basso il tasso di inflazione, e a fortiori più alto il tasso di deflazione, più è pericoloso per la ripresa» ha detto Blanchard. La Banca Centrale Europea dovrà «valutare ulteriori misure», tra cui l’iniezione di ulteriore liquidità a lungo termine e prestiti mirati per «rafforzare la domanda e ridurre la frammentazione dei mercati finanziari». Questo significa nuovi fondi alle banche, nella speranza – tutta ancora da dimostrare – che poi stentano a «sgocciolare» in direzione dell’economia reale (il cosiddetto «credit crunch». Per l’economia mondiale l’Fmi prevede una crescita del 3,7% nel 2014 e del 3,9% (invariato) nel 2015. Gli Usa cresceranno del 2,2% nel 2014 e del 2,3% nel 2015.

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