«Flash Mob ‘lenzuola bianche’: diffondiamo solidarietà, non il virus, per una politica europea di salute pubblica e universale». Questa l’iniziativa lanciata da Medicina Democratica, che aderisce alla Giornata Mondiale della Salute, proclamata per il 7 aprile dalla Rete Europea contro la privatizzazione e la commercializzazione di salute e protezione sociale e dal People’s Health Movement. Alla mobilitazione in Italia aderiscono AIEA, Associazione Italiana Esposti Amianto, Forum per il Diritto alla Salute, Rete Sostenibilità e Salute, CONUP, Campagna Dico 32, Senza Limiti-onlus, Comitato per la difesa della salute nord-ovest Milano, Rete per il Diritto alla salute di Milano e Lombardia.
«Occorre – ha aggiunto Caldiroli- invertire la rotta rispetto alle politiche di commercializzazione e privatizzazione della sanità e della salute, qui come negli altri Paesi europei, i cui drammatici effetti sono oggi visibili a tutti! Il 7 aprile dal nostro Paese deve scaturire, in mille modi e in tutti i luoghi, un messaggio forte e chiaro: una nuova politica europea a difesa della sanità pubblica, in un contesto di rinnovata solidarietà tra i popoli, con la coscienza di un destino comune, senza cui non ci può essere futuro per l’Europa e per l’umanità».
Poche cifre per indicare quanto accaduto in Italia Fra il 2010 e il 2019 il SSN “ha perso” 45.000 posti letto e 43.386 dipendenti, di cui 7.625 i medici e 12.556 infermieri: questo è i risultato del definanziamento del SSN cumulato in questo decennio, pari a 37 miliardi di euro. Carenze e inadeguatezze strutturali, chiusura di reparti e/o ospedali pubblici, gravi carenze strumentali, completano il quadro. Si tratta di dati spaventosi, elaborati da Medicina Democratica su dati Fondazione GIMBE e Istituto di Ricerca NEBO.
«Le politiche di austerità adottate dai paesi europei e dall’Unione Europea (UE) in tutti questi anni- prosegue il documento- stanno mettendo a dura prova i nostri sistemi sanitari e tutti i servizi pubblici, nonostante il coraggio e la dedizione di cui danno prova i medici e tutto il personale sanitario. Noi esigiamo che la lezione che deriva da questa crisi sia tratta fin da ora. La salute non è un costo ma una risorsa e un investimento, la salute non è una merce. L’Unione Europea può ancora superare questa crisi cambiando radicalmente il suo orientamento: per l’Europa esigiamo un servizio pubblico di salute solidale e universalistico, accessibile a tutti e a tutte, su tutto il territorio.
L’Unione Europea non può più dipendere dalle direttive della Commissione Europea e del Consiglio dei Ministri o ancora da quelle della Banca Centrale e del Fondo Monetario Internazionale, che l’hanno ridotta ad essere un ente di controllo economico, imponendo misure di austerità a vantaggio della finanza e delle industrie internazionali. deve diventare una realtà politica capace di organizzare la solidarietà sociale con dei servizi pubblici forti in grado di proteggere le popolazioni dai rischi per la salute e dalla povertà e di garantirne l’accesso e le opportunità a tutti i cittadini. Il Parlamento Europeo, in rappresentanza dei popoli, deve avere un ruolo preponderante. Solo cosi l’Europa politica e sociale avrà un avvenire».