Curiosità e ironia e uno sguardo solo all’apparenza disincantato sulle cose. Caratteristiche che garantiscono a Maurizio Costanzo un tragitto professionale lungo e articolato. Inizi molto simili agli «aspiranti giornalisti» anche se la carriera la percorre già da giovanissimo, con collaborazioni a riviste, quotidiani e agenzie stampa da Paese Sera a Grazia passando per Ore 12 e Il corriere mercantile. Graduale è anche il suo inserimento nel mondo dello spettacolo, come autore radiofonico in Rai di una trasmissione condotta da Nunzio Filogamo, Canzoni e nuvole (1962), mentre per il piccolo schermo inizia come ideatore di programmi di varietà e autore di testi: Aria condizionata è forse la più celebre. Sono anni nei quali Costanzo si muove in più ambiti: radio, tv e teatro – dove scrive e rappresenta ben sedici commedie (le più celebri, Il marito adottivo e Cielo, mio marito!).

Costanzo e Nanni Loy a “Bontà loro” (1977), foto Ansa

LA POPOLARITÀ – graduale – arriva quando al lavoro dietro le quinte si sostituisce la presenza prima in voce, con una fortunata serie di trasmissioni radiofoniche quotidiane su Radio 1, la più celebre condotta dal 1969 con Dina Luce in Buon pomeriggio. Il salto – e l’identificazione anche personale, il doppio petto, i baffi e l’intervista solo all’apparenza confidenziale arriva con l’approdo in tv grazie a Bontà loro, l’antesignano dei talk show italiani dove ospita personaggi dello spettacolo, ma non solo, e li intervista. Piovono i primi riconoscimenti – a Premio Saint Vincent – e nuove idee. Dopo tre stagioni, a Bontà loro subentra Acquario e ancora Grand’Italia. Lascia la Rai nel 1980 per dirigere in prima persona Contatto, il primo telegiornale privato a diffusione nazionale. Poi arriva la parentesi nera legata alla sua presenza negli elenchi della P2 (ne scrive Vincenzo Vita), torna sul piccolo schermo – ma sotto traccia – su alcune reti locali fino alla chiamata dell’editore Mondadori che lo vuole nella sua Rete 4 dove vara il suo «capolavoro» televisivo ovvero Maurizio Costanzo Show, che ha continuato a condurre fino a poche settimane fa, arrivato nel 2022 alla 40esima edizione. Qui Costanzo mette a punto la sua tecnica: fa parlare l’interlocutore, lo interrompe per dare spazio a un altro ospite e poi ritorna al punto di partenza. Battute fulminanti e allusioni – che tengono alta l’audience – fanno parte delle sue specialità. La popolarità con «Buon pomeriggio», «Bontà loro» e i trionfi del «Maurizio Costanzo Show»

NEL CORSO DEGLI ANNI Mcs diventa una sorta di «salotto mediatico» e lui stesso crea personaggi: Vittorio Sgarbi, Valerio Mastandrea e Ricky Memphis, autori satirici e comici come Daniele Luttazzi e Alessandro Bergonzoni, cabarettisti come Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, Stefano Nosei e Gioele Dix. Uno, bino e talvolta trino, Costanzo in quegli anni conduce anche più trasmissioni: Berlusconi gli affida su Canale 5 (dove transiterà di lì a breve anche Mcs) Buona domenica, il contenitore domenicale che mira a far concorrenza a Domenica In. Da conduttore e autore, Costanzo compie a fine anni ottanta anche un’altra metamorfosi: fonda la Fortuna Audiovisivi con cui da quel momento in poi produce i suoi show – uno dei quali Agenzia matrimoniale lo affiderà alla terza moglie Marta Flavi (Costanzo ha avuto quattro matrimoni) e che diventerà poi Fascino, la società fondata insieme all’ultima consorte, Maria De Filippi. Autore di libri sulla tv (fra questi La tv secondo me. Il futuro della televisione della rivoluzione, digitale 2002), resterà legato alla sua più celebre creatura che riproporrà in diverse collocazioni orarie e varie frequenze.
«Fare televisione – ha raccontato in un’intervista – è un fatto liturgico, è come dire messa. È vero che nei limiti del possibile si devono ogni tanto sparpagliare le carte all’interno del programma, ma non dell’impalcatura».