Quanto ci manca Umberto Eco. Quanto ci mancano la sua curiosità, garbo e acume. Al grande intellettuale piemontese hanno dedicato un commosso e commovente omaggio il fisarmonicista Gianni Coscia e il clarinettista Gianluigi Trovesi. Il disco, pubblicato dalla ECM che del duo ha prodotto tutti i lavori dopo l’esordio folgorante di Radici (distribuito all’epoca dall’etichetta Egea), è pensato come una colonna sonora del romanzo La misteriosa fiamma della Regina Loana con gran parte dei brani citati esplicitamente nel testo e alcune gustose dediche originali. Il romanzo apertamente autobiografico, pubblicato nel 2004, racconta la perdita della memoria e il faticoso lavoro per ricostruirla da parte di un alter ego dello scrittore. Un viaggio affascinante nella formazione di Eco, tra cinema, romanzi, fumetti e musica durante gli anni opprimenti del Fascismo e quelli tragici ed eroici della Resistenza.

PROPRIO al suo antifascismo sono dedicati Fischia il vento dove il tema è mescolato con quello di Bella ciao a sua volta utilizzato come cornice delle Variazioni su Ose Shalom in Gragnola e lo sberleffo alla canzone di regime Inno dei sommergibili. Trovesi e Coscia fanno scorrere miniature da Janàcek, As Time Goes By ( il celebre brano contenuto nel film Casablanca) e Interludio che Coscia compose appena quattordicenne e per cui Eco scrisse, tredicenne, un testo riportato nel bel libretto del cd insieme ad alcuni disegni giovanili dell’amico. Grande parte hanno le canzoni italiane degli Anni Trenta e Quaranta. Musica che si ascoltava alla Radio, celebrata nella suite EIAR e che fecero sognare e divertire una intera generazione. È un vero godimento sentirli swingare su Pippo non lo sa oppure su In cerca di te.
Bellissima è la versione di Moonlight Serenade di Glenn Miller, che Coscia presenta come «un grande sipario che si apre per tutti, come l’apparire dei primi tank americani, su un dopoguerra di speranza». La versione è presa a ritmo lentissimo e ricorda certe atmosfere di Nino Rota, tra nostalgia e sogno. I due musicisti sono in gran forma e sciorinano note cariche di passione e ironia. Il loro è un racconto vivo come lo sono i romanzi e i saggi di Umberto Eco e come nei suoi libri non possiamo che essere felici per una musica suonata con pari curiosità, garbo e acume. Con questo disco ci manca un po’ meno.