Cala la tela sull’inceneritore di Case Passerini. A chiudere il sipario sulla grande opera progettata alle porte di Firenze è stato il Consiglio di Stato, che in secondo e ultimo grado ha confermato l’annullamento deciso dal Tar dell’autorizzazione unica ambientale, rilasciata dalla Città metropolitana alla fine del 2015.

Proprio sull’impatto ambientale si è arenato l’inceneritore, perché in sostanza i dinieghi dei giudici amministrativi sono legati agli impegni istituzionali, disattesi, che subordinavano la realizzazione dell’impianto alla realizzazione di interventi di mitigazione dell’inquinamento. Fra questi c’erano 30 ettari di terreno che dovevano diventare i «Boschi della Piana fiorentina». In un’area diventata invece, nel tempo, utile alla realizzazione del faraonico progetto dell’aeroporto intercontinentale che dovrebbe sostituire l’attuale Vespucci di Peretola.

Nell’incrocio fra il nuovo scalo e gli interventi di compensazione previsti per Case Passerini, ad avere la peggio è stata quest’ultima grande opera. I giudici del Consiglio di Stato hanno testualmente osservato: «La nuova evenienza determinata dal progetto aeroportuale avrebbe imposto una complessiva rivalutazione della situazione ambientale e sanitaria della Piana». In parallelo, l’opposizione di alcuni comuni (Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio) direttamente interessati agli accordi di pianificazione previsti dalle leggi regionali toscane, ha dato l’ultimo colpo all’inceneritore.

Quanto all’aeroporto, cui il Consiglio di Stato sembra aver dato implicitamente la precedenza, la partita resta tutta da giocare, viste le ben 142 prescrizioni ambientali e sanitarie da dover perseguire nella realizzazione della grande opera. In aggiunta all’opposizione di tutti i comuni della Piana fiorentina, compreso Prato.

La sentenza su Case Passerini era prevista da molti attori istituzionali. A riprova, la Regione si prepara a un nuovo piano toscano dei rifiuti che, a detta di Enrico Rossi, «accrescerà la raccolta differenziata e il riuso, riducendo ulteriormente gli impianti di incenerimento e le discariche». Un piano che il presidente regionale anticipa così: «Sarà improntato sull’economia circolare e corredato di un piano attuativo relativo ai rifiuti urbani ma anche a quelli speciali prodotti nei distretti industriali, che dovranno essere reinseriti nel ciclo produttivo. Con l’obiettivo di portare la differenziata oltre il 70% e fino all’80% grazie al potenziamento del porta a porta e della raccolta di prossimità».

Sull’argomento, il riassunto “storico” di Tommaso Fattori ha il pregio della chiarezza: «Rossi propone una “svolta ambientalista” che ricalca il programma elettorale con cui Sì-Toscana a Sinistra si è presentata alle elezioni regionali del 2015 in alternativa a Rossi. Meglio tardi che mai. E alla destra, che afferma di ascoltare parole che ricordano gli interventi della consigliera Sgherri di Rifondazione comunista o di Romanelli dei Verdi, quando anni fa parlavano di rifiuti zero diciamo che finalmente quelle idee che allora apparivano visionarie sono diventate cultura diffusa, e informano persino le recenti direttive europee. Quando al Social Forum di Firenze discutevamo di rifiuti zero e di economia circolare eravamo anticipatori. Peccato che si siano persi vent’anni. Ma non è mai troppo tardi».

Esultano i Comitati della Piana fiorentina, le Mamme No inceneritore e le associazioni ambientaliste, dal Wwf a Italia Nostra, da Zero Waste al Forum ambientalista, sempre in campo contro il progetto di Case Passerini.