Riportare la musica in tv, quando tutto è fermo, i palcoscenici sono desolatamente vuoti e gli addetti ai lavori vivono mesi terribili, tra sussidi che non arrivano e un futuro che definire nebuloso è un eufemismo. Fiorella Mannoia ci prova con il suo secondo esperimento televisivo dopo quello del 2017 (Un, due, tre…Fiorella). Questa volta per il suo nuovo show in prima serata su Rai 1, ha preso a prestito il titolo di un classico di uno dei suoi autori più amati, Ivano Fossati. La musica che gira intorno, due puntate registrate dal Teatro 1 di Cinecittà World in onda oggi e il 22 gennaio, vuole essere un contenitore che riparte dal senso della musica e dove l’interprete romana alternerà duetti con i suoi ospiti a monologhi anche – e inevitabilmente – legati all’attualità.

«È UNO SHOW che celebra la musica e il suo valore nelle nostre vite. La musica gira intorno a noi e non ci lascia mai. Le canzoni ti ricordano momenti, amori nati o finiti, sapori, odori, luoghi, come nessun’altra arte sa fare», spiega Fiorella. Spettacolo condotto davanti a una platea, causa protocolli sanitari, vuota: «Potevano scegliere l’opzione di qualche spettatore sparso in sala, ma mi dava un’impressione ancor più spettrale». Parterre di ospiti invece affollatissimo, nella prima puntata vedremo fra gli altri: Claudio Baglioni, Alessandro Siani, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Marco Mengoni, Marco Giallini, Giorgia, Edoardo Leo, Andrea Bocelli, Sabrina Impacciatore, Achille Lauro, Gigi D’Alessio, Ambra Angiolini, Samuele Bersani, Luciano Ligabue. L’idea era di convincere anche «l’ispiratore» del titolo, Fossati, ad apparire: «Ma ha gentilmente declinato l’invito: sto tanto bene a casa mia, mi ha risposto…». Sul modello di riferimento per lo stile nella conduzione, non ha dubbi: «Mina, mi sento molto vicina a lei nel suo modo di fare e di essere, anche se siamo vocalmente diverse. Il modello sono stati i suoi sabato sera». Non si parlerà solo di musica ma anche di cinema, dove Fiorella ha fatto capolino in passato come stuntwoman e in tempi recenti come attrice: «Ringrazio Michele Placido che mi ha messo alla prova in Sette minuti. Mi piacerebbe tornarci, ma non mi chiamano.. Scherzi a parte, se ci fosse un ruolo adatto a me ripeterei l’esperienza».

SUI TEMPI OSCURI della pandemia ribadisce una sua opinione: «La prima ondata e il lockdown ci hanno fatto riscoprire un sentimento di appartenenza che solo le grandi disgrazie fanno emergere. Quando eravamo tutti chiusi, riflettevamo sulla fragilità delle nostre vite. Pensavamo a un nuovo umanesimo, poi quando siamo usciti ci siamo dati alla pazza gioia pensando che fosse tutto finito. Invece la seconda ondata ha tirato fuori problemi che vanno aldilà di dissertazioni filosofiche: chi ha perso la vita, gli affetti, il lavoro, siamo tutti con i nervi testi, non solo noi dello spettacolo che siamo fermi e chissà quando ci rimetteremo in moto. Questo è il problema più grave da affrontare: la possibilità di ripartire».