Dopo il disastro finanziario le manette. L’epopea del principe del mattone Salvatore Ligresti, detto Totò, uno degli uomini chiave del capitalismo italiano degli ultimi quarant’anni, è finita con l’arresto suo e di tutti i suoi figli per ordine della procura di Torino. Il patriarca è ai domiciliari a Milano. Le figlie Giulia Maria e Jonella sono in carcere rispettivamente a Vercelli e Cagliari. L’altro figlio, Paolo, è latitante in Svizzera. Sono stati arrestati anche gli ex amministratori delegati di Fonsai, Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, e l’ex vicepresidente Antonio Talarico. Sono tutti accusati di falso in bilancio aggravato per grave nocumento al mercato e manipolazione del mercato. La procura sta valutando se procedere anche alla confisca dei beni. Gli arresti sono scattati per scongiurare il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Torino Vittorio Nessi, è solo una delle tante iniziative giudiziarie che stanno facendo luce sulla caduta dell’impero immobiliare e finanziario dei Ligresti. Una storia simbolo del modo di fare impresa e finanza in Italia che si è concluso con l’acquisizione da parte di Unipol di Fonsai.

Il più grande gruppo assicurativo rc auto italiano fino ad allora era controllato dai Ligresti che lo avevano portato sull’orlo del tracollo. Salvatore Ligresti, grazie al suo rapporto con Mediobanca ed ai suoi agganci politici, a cominciare da Craxi per finire con il padre e i figli di Ignazio La Russa, era riuscito a costituire Fonsai tramite la quale finanziava i suoi progetti immobiliari (era il principale costruttore a Milano e non solo) e le sue partecipazioni in moltissime società strategiche, da Pirelli a Rcs, tanto da essere soprannominato “mister 5%”. Inoltre utilizzava il serbatoio di capitale di Fonsai anche per le spese di famiglia ed i capricci dei figli – Giulia Maria si lanciò nel mondo della moda, mentre Jonella, amante di cavalli, si dava all’ippica. Un salasso di risorse milionario che con il passare degli anni divenne insostenibile e costrinse Mediobanca a orchestrare il salvataggio di Fonsai puntando su Unipol.

L’indagine della procura di Torino adesso chiarisce come effettivamente venivano distratti i fondi. Secondo i magistrati, nel bilancio 2010 è stato occultato un buco da 600 milioni grazie alla sottovalutazione delle riserve da accantonare per il pagamento dei sinistri. 253 milioni sono finiti alla Premafin, la società di famiglia dei Ligresti, trasformando delle perdite in utili. Il falso è stato determinante per il piano di ricapitalizzazione del 2011, ha condizionato il mercato e danneggiato 12 mila piccoli risparmiatori. Sono state proprio le querele di alcuni di loro ad allargare il fronte delle indagini della procura di Torino che già nei mesi scorsi aveva emesso 12 avvisi di garanzia e aveva effettuato molte perquisizioni.

Come tutto questo è potuto accadere senza che nessuno se ne accorgesse? Una possibile risposta viene da un altro provvedimento, questa volta della procura di Milano che da tempo indaga su diversi filone della vicenda Ligresti, fra questi anche il papello segreto con cui Mediobanca avrebbe garantito privilegi e fondi ai Ligresti per cedere Fonsai a Unipol.

Solo ieri si è saputo che da sei mesi è indagato per corruzione e calunnia Giancarlo Giannini, l’ex presidente dell’Isvap, l’ente che avrebbe dovuto controllare le società di assicurazioni. Secondo i magistrati, Giannini avrebbe evitato per ben 10 anni di fare controlli su Fonsai in cambio di una raccomandazione di Ligresti presso Berlusconi e Gianni Letta per farlo nominare componente dell’Antitrust. A rivelare ai magistrati l’intreccio perverso tra controllore e controllato è stato Fulvio Gismondi, l’uomo di Fonsai che doveva tenere i rapporti con Isvap. In base alle carte già nel 2008 Fonsai stava sottovalutando le riserve per i sinistri. Sarebbe bastato intervenire allora per tutelare i risparmiatori, questo però avrebbe buttato all’aria i piani non solo di Ligresti, ma di buona parte del capitalismo e della politica italiani.