Gian Carlo Blangiardo non è più in corsa per il bis alla presidenza dell’Istat. Ieri, nell’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali della camera, è stato comunicato il ritiro da parte del governo della «richiesta di parere parlamentare» sulla proposta di nomina, il cui esame era stato avviato in commissione. A premere per Blangiardo era la Lega, ma il via libera avrebbe avuto bisogno dei due terzi dei voti, dunque di un accordo con le opposizioni, mai raggiunto.

Blangiardo era stato nominato presidente dell’Istat dalla maggioranza giallo-verde del primo governo Conte ed è rimasto in carica fino a fine febbraio 2023. L’attuale maggioranza, dopo vari tentativi, era riuscita a approvare una norma (infilandola alla fine in uno dei decreti sul Pnrr) per rimetterlo alla guida dell’Istituto con un incarico retribuito nonostante la legge Madia preveda per i pensionati (come Blangiardo) incarichi di vertice nella pubblica amministrazione solo a titolo gratuito. Ma da più di un anno la nomina non era mai riuscita a ottenere l’ok della commissione. Dall’8 maggio 2003 la guida dell’Istat era stata assunta come facente funzione dal presidente anziano Francesco Maria Chelli.

Il 22 febbraio scorso il Dipartimento della Funzione pubblica aveva intanto avviato la procedura per una nuova nomina, pubblicando l’avviso pubblico per la presentazione delle manifestazioni di interesse da parte di professori ordinari di economia, demografia o statistica: le candidature potranno essere presentate fino al 23 marzo. Il ministro della Pa Zangrillo formulerà la sua proposta di nomina scegliendo tra tre candidati selezionati da una apposita commissione e dopo l’ok del cdm si tornerà nelle commissioni di Camera e Senato per il via libera. Se non ci saranno intoppi il nuovo presidente sarà nominato tra 3-4 mesi.