Heliseu da Motta e Silva, settantuno anni da compiere, si sveglia «su qualcosa di simile a un letto, abbracciato al nemico». Professore brasiliano di filologia romanza, riceverà in mattinata l’onorificenza che suggella, licenziandola, la sua carriera accademica. La sfida è alzarsi, lavarsi, vestirsi, fare colazione. Infine uscire: l’ultima chimera. L’aspirazione verso il fuori è ostacolata dalle nevrosi, dai tic, dagli acciacchi di un corpo che si è reso indipendente dalla testa. «Il nemico è il corpo, lo ha già detto qualcuno?», chiarirà più avanti Heliseu, mentre senza riuscirci prova, distratto dagli agguati del nemico, a immaginare il discorso giusto da...