Di Tonino De Bernardi su queste pagine abbiamo parlato molte volte. È interessante che in questi giorni, una istituzione prestigiosa come la Cinematek di Bruxelles dedichi al cineasta sperimentatore più indomito del nostro cinema un omaggio (all’interno del Festival L’Age d’or) a partire dalle produzioni in super 8. Che è il formato di «resistenza« estetica, politica, di puro piacere a cui si sono rivolti molti giovani filmmaker nell’era del digitale.

 

 

De Bernardi del nostro cinema esprime il lato festosamente più visionario, quel gusto sperimentale annullato dalle istituzioni e poco gradito al «mainstream» capace di catturare il sentimento profondo del tempo. D’altra parte anche oggi, quando il cinema italiano è grande nelle sue proposte eccentriche, poco allineate -vedi Gaudino o il magnifico Bellocchio o ancora Guadagnino – si continua «criticamente» a storcere il naso forse per questa mancanza di allenamento alle immagini (pensiero) che spiazzano, al non conformismo dello sguardo?

 
Torniamo a De Bernardi, che da oggi – e fino al 7 – mostrerà i suoi film degli anni Settanta e anche i più recenti, diversi ma con in comune la stessa energia capace di sorprendere la vita. Inaugura Il mostro verde, un riferimento nelle storie di cinema sperimentale, quello che il regista chiama «il film dell’amicizia», realizzato insieme a Paolo Menzio, che è anche il primo lavoro di de Bernardi.

 

 

Poi c’è Cronache del sentimento e del sogno, il Sessantotto in 8 millimetri e nel racconto caleidoscopico di dieci «episodi» che ne cercano la dolcezza sovversiva, e che sono dieci brevi film, per una durata variabile secondo le combinazioni – Lune, Piena di fiume, Il giardino erboso, La gravida o le tre donne, Ettore e Paride, Il castello, l sogni, La strada, Il passaggio, Il giardino di Arthur R. E ancora in concorso Jour et Nuit con Joana Preiss che delle Cronache del sentimento e del sogno farà la colonna sonora cantando dal vivo.