Da quando Rodrigo Duterte è stato eletto presidente delle Filippine il 30 giugno scorso, in quel paese è in corso una campagna di esecuzioni extragiudiziali in nome della «guerra alla droga». In un paio di mesi sono stati uccise circa 3.400 persone, tra «spacciatori» e «drogati», mentre più di 700.000 filippini si sono consegnati «spontaneamente» alle autorità per paura di cadere vittime della campagna di incitamento alla violenza. Nel mese di aprile scorso, parlando a una grande folla nella sua città natale di Davao, Duterte aveva invitato i filippini a uccidere direttamente gli spacciatori che resistevano all’arresto o rifiutavano di...