Quante pene per papa Francesco, ora si mette in mezzo anche la vertenza Fiat. Il fatto è che agli operai di Pomigliano – o meglio, al comitato delle loro consorti – non è piaciuto l’autografo apposto da Bergoglio, la settimana scorsa, su un cartellone Fiat che raffigura un’auto formata da persone, con la scritta «Noi siamo quello che facciamo»: durante quell’udienza, gli operai Fiat avevano regalato al pontefice una Panda realizzata apposta.

«Noi siamo quel che siamo, non quello che facciamo», scrivono per protesta le Mogli operai Pomigliano. «Con quella firma – sottolineano le donne rivolgendosi al papa – hai abbracciato “i mercanti nel tempio”, speriamo tuo malgrado! Hai stretto la mano alla filosofia che considera gli operai alla stregua di pezzi secondari della componentistica per fare il “prodotto”. Da quella firma ci sentiamo offese perché fa da “paravento” alle responsabilità aziendali, politiche, istituzionali e sindacali che hanno precipitato i lavoratori e le loro famiglie nella disperazione facendo dilagare la sofferenza e il disagio sociale a livelli insostenibili».