Ci sono momenti in cui gli invisibili tornano ad essere visibili. E questo in genere avviene grazie all’arte, alla parola, al cinema, alla letteratura. Così un poeta come Nanni Balestrini, con il suo romanzo intitolato non a caso Gli invisibili, sul finire degli anni Ottanta restituì la parola a quella generazione che sembrava essersi volatilizzata e che tanti «disastri» aveva combinato durante il decennio precedente. COSÌ DE SICA E ZAVATTINI, nell’Italia che si avviava a vivere il boom economico, portavano sulla ribalta poveri, barboni, emarginati in Miracolo a Milano. O ancora, più recentemente, in Nomadland di Chloé Zhao acquistano spessore...