Una maglietta che riproduce le figure stilizzate di un uomo e una donna che discutono. E poi l’immagine di lei che precipita, presumibilmente spinta di lui, che la spinge nel vuoto allungando un braccio. Sotto i disegni la scritta scioccante: «Problem solved», problema risolto. È stata messa in vendita in una delle più grandi catene di supermercati Carrefour di Roma. «Le due unità poste erroneamente in vendita in un unico punto vendita di Roma, appartengono ad un lotto che non avrebbe dovuto essere commercializzato» si è giustificata l’azienda. «A seguito della segnalazione ricevuta tramite social, abbiamo immediatamente provveduto al ritiro delle magliette e contemporaneamente avviato una indagine interna per comprendere le dinamiche dell’accaduto».

Con queste spiegazioni e scuse Carrefour Italia ha cercato di chiudere la polemica che si era aperta per una maglietta che incita al femminicidio .

LA CASA INTERNAZIONALE delle Donne di Roma ha rilanciato l’appello delle donne in Rete contro la violenza (D.i.Re) sui social, diventato virale, e ha invitato ad inviare una email di protesta alla catena dei supermercati e all’azienda produttrice delle magliette Skytshirt a questi indirizzi: spesaonline@carrefour.it e contatti@skytshirt.com. Questo è il testo: «Chiediamo l’immediato ritiro delle magliette che istigano al femminicidio». Questo è il commento: «In un Paese dove ogni 72 ore una donna viene uccisa ecco cosa si vende in un Carrefour di Roma. Siamo senza parole! Vergogna!».

Il sessismo dei messaggi diffusi da queste magliette è stato criticato dal movimento transfemminista «Non una di meno» sui suoi social. Su twitter l’illustratrice, vignettista e copywriter Anarkikka ha lanciato l’hashtag #TSHIT e ha invitato a segnalare altre magliette in commercio che hanno lo stesso messaggio. «Ho appena visto questa maglietta in vendita al @CarrefourItalia. Se una donna parla troppo, meglio liberarsene? L’azienda sposa questo messaggio? Gravissimo, specie in un paese in cui la violenza contro le donne è notizia di ogni giorno. Chiariscano, o dovrò buttare la mia tessera» ha scritto su Twitter la senatrice del Pd Monica Cirinnà che ha pubblicato la foto della maglietta in vendita. «Vorrei capire cosa c’è nella testa di chi ha prodotto questa vergognosa maglietta, ma soprattutto di chi ha pensato di venderla. Sempre che ci sia qualcosa. Grazie a tutte le persone che si sono mobilitate per farla ritirare da Carrefour» ha commentato Laura Boldrini (Pd).

«L’azienda Skytshirt fermi subito la produzione» ha scritto Valeria Fedeli (Pd). «Non c’è nessun tipo di giustificazione, perché un tema del genere non può essere trattato nemmeno lontanamente con ironia o superficialità» ha commentato la vice presidente della stessa Commissione Cinzia Leone (Cinque Stelle). «In un paese in cui ogni 72 ore una donna viene uccisa e la violenza maschile sulle donne è prassi a partire dalle mura domestiche, esporre e mettere in vendita oggetti che veicolano messaggi sessisti è inaccettabile». Queste le parole di Giovanni Caudo e Claudia Pratelli, rispettivamente presidente e assessora alla scuola e alle politiche per le pari opportunità del III Municipio della Capitale. In un video su facebook Matteo Salvini (Lega) ha colto l’occasione per parlare di sé: «È già un momento dove la violenza alberga, ahimè, in molte teste e in molti cuori, allora vendiamo pure nei supermercati una disgustosa maglietta. Poi è la Lega il problema, poi sono io il problema».

Alessia Morani, sottosegretaria allo Sviluppo economico, ha definito l’accaduto «una vergogna in un paese in cui il femminicidio è un dramma». «Chi produce materiale di questo genere e decide di metterlo in vendita asseconda irresponsabilmente una condotta criminale che è diventata ormai vera e propria piaga sociale del nostro paese» ha aggiunto Fabrizio Russo della Filcams Cgil.
«Attrazione per idioti» ha commentato su twitter la cantante Paola Turci.