Il settore dell’assistenza socio-sanitaria degli anziani è stato uno dei punti deboli durante la crisi pandemica, con migliaia di vittime tra i residenti delle Rsa e gli anziani a casa senza assistenza. Per riformare il settore il ministro Roberto Speranza ha istituito una commissione di saggi, affidandone la guida all’arcivescovo Vincenzo Paglia, Gran cancelliere del Pontificio istituto teologico per le scienze del matrimonio e della famiglia, presidente della Pontificia accademia per la vita e fondatore della Comunità di S. Egidio, che già gestisce un programma nazionale di assistenza domiciliare (“Viva gli anziani”) in partnership con il ministero della Salute.

La nomina di un alto esponente vaticano per la guida di una commissione statale ha scatenato le proteste delle associazioni laiche contro il ministro Speranza. «Neanche il democristiano più radicato avrebbe mai fatto una nomina così» secondo Maurizio Mori della Consulta Bioetica. «La laicità dello Stato è valore fondante della Repubblica e non è il caso di procedere a una vaticanizzazione della sanità italiana». «Speranza sembra guardare a una sanità privata e religiosa» accusa Roberto Grendene, dell’Unione atei e agnostici razionalisti. «Evidentemente non bastavano i 35 milioni che la sanità già paga ai preti in corsia con lo stesso stipendio degli infermieri».