Fantasmi di gioventù tornano a stregare una coppia benestante e il loro nido vetrato sulle colline di Hollywood. Ha un po’ il sapore di thriller anti-yuppie anni ottanta – alla Attrazione fatale o La mano sulla culla – insieme a un tocco di Brivido nella notte, il primo film di Clint Eastwood regista, questo efficace debutto dietro alla macchina da presa dell’attore/sceneggiatore australiano Joel Edgerton.

L’attore/regista Jason Bateman (specializzato in ruoli di miti «uomini qualunque» dietro di cui si nasconde qualcosa di poco piacevole) è Simon, executive in una compagnia che si occupa di security informatica. Sua moglie Robyn (Rebecca Hall) è una decoratrice d’interni, più spigliata e socievole del consorte. Hanno trovato una bella casa moderna e lui sta aspettando la promozione quando, nella loro vita, appare Gordon (Edgerton), un ex compagno di scuola di Simon che, rincontrato –sembra- per caso, comincia a materializzarsi sempre più assiduamente alla loro soglia.

La barba rossiccia, i modi simpaticamente goffi, quasi timidi, l’entusiasmo di chi vuole rendersi utile sempre…all’inizio Gordon entra nelle grazie di Robyn, aiutandola in casa, portandole dei regali, sorseggiando bicchieri di vino bianco nel pomeriggio. Simon sembra molto meno convinto – a scuola era considerato uno strano, un perdente- avvisa sua moglie.

Entro breve, la scomparsa del cucciolo di famiglia, un rubinetto aperto, l’ombra di un intruso attraverso il vetro della doccia…dissipano l’idillio e conferiscono a questa produzione della casa horror Blumhouse, un’atmosfera decisamente sinistra. Crepe si aprono sulla superficie smagliante del matrimonio di Robyn e Simon e, dagli anni del liceo, emergono storie di crudeltà teen-ager. Alla fine, qualche tormento, se lo meritano tutti.