Il buon livello delle cinematografie latinoamericane continua a farsi notare attraverso la numerosa partecipazione ai festival internazionali: alla Berlinale si dividono equamente il cartellone Argentina e Brasile, con un film in concorso per ciascun paese e numerosi altri nelle diverse sezioni: il Brasile ha in tutto quattordici lungometraggi oltre ai mediometraggi e corti e tre coproduzioni con Argentina, Uruguay e Colombia. Dieci sono i film argentini, annunciati dalla stampa locale come in perfetta parità di genere, per metà diretti da registe. Compreso il corto Playback. Ensayo de una despedida di Agustina Comedi, premiato a Mar del Plata, storia del Grupo Kalas, i travestiti di Cordova che furono colpiti dall’Aids negli anni ’80, in una città conservatrice nel periodo in cui tornava la democrazia.
Mentre i film argentini tendono a una ispirazione più surreale, quelli brasiliani (numerosi i documentari selezionati) sono più concentrati ad analizzare la società con le sue contraddizioni. Ma in tutti e due i casi scorre (non a caso) una più o meno sottile vena horror.
CONCORSO
Il film brasiliano in concorso, Todos os mortos di Caetano Gotardo e Marco Ditra ha una forte componente di ricerca delle origini della società brasiliana, a dare ragione, in un periodo fortemente conflittuale, della prospettiva storica. Tra il 1899 e il 1900, subito dopo la fine della schiavitù, si racconta il declino una famiglia di San Paolo attraverso tre personaggi femminili, la madre e due figlie, dopo la morte della domestica Josephina, un tempo schiava nelle coltivazioni di caffè della famiglia. Parlare della schiavitù permette, dicono i registi, di parlare delle differenze sociali nella società, del lavoro, di strutture che sopravvivono ancora oggi, come sottolineano gli autori, tre compagni della scuola di cinema compresa Juliana Rojas che del film è la montatrice, un gruppo creativo con ormai venti anni di esperienza, che ha dato al recente cinema brasiliano opere interessanti come Trabalhar cansa, firmato da Dutra e Rojas
Si ispira al romanzo dai toni horror di C. E. Feiling El mal minor (l’unica delle opere dello scrittore di Rosario morto in giovane età tradotte in italiano) il film argentino in concorso El profugo di Natalia Meta, al suo secondo film dopo Morte a Buenos Aires con le notevoli interpretazioni di Erica Rivas (Storie pazzesche) Nahuel Pérez Biscayart (120 battiti al minuto), Cecilia Roth e Daniel Hendler. Una donna incontra improvvisamente l’uomo dei suoi sogni e da quel momento la sua vita diventa un incubo, tra fantasie e realtà.
PANORAMA
Nella seconda sezione più importante del festival, «Panorama» attenta a cogliere le trasformazioni sociali e i cambiamenti politici visti dai cineasti emergenti, i film brasiliani in programma sono il documentario O Reflexo do Lago di Fernando Segtowick che mette in scena in bianco e nero lo sfruttamento selvaggio della natura in Amazzonia Vento Seco film di Daniel Nolasco a tematica omosessuale, Cidade Pássaro del produttore e regista Matias Mariani (esordio alla Semaine de la critique a Cannes con Fish Dreams), dove un musicista nigeriano arriva a San Paolo per rintracciare il fratello che ha rotto ogni rapporto con la famiglia, Nardjes A. di Karim Aïnouz (coproduzione con Francia e Algeria) che segue l’attivista Nardjes del movimento giovanile algerino.
Dall’Argentina Un Crimen Común di Francisco Márquez che mette in scena il tormento popolato di fantasmi di una professoressa di sociologia che per non aver aperto una sera la porta al figlio adolescente della domestica, che bussava insistentemente, viene a sapere il giorno dopo che è stato ritrovato per strada ucciso dalla polizia. La mil y una di Clarisa Navas (coprodotto con la Germania), storia d’amore tra due donne nell’ambiente ostile di un quartiere periferico.
ENCOUNTERS
È una nuova sezione del festival che mette in evidenza le diverse forme in cui si esprime la vitalità del cinema con la sperimentazione: scandaglia ancora lati oscuri dell’animo umano con i suoi turbamenti nascosti l’argentino Isabella di Matías Piñeiro (uno dei registi del documentario a episodi A proposito de Buenos Aires). È la quinta puntata della serie realizzata dal regista Las shakespearadas dedicata ai ruoli delle donne in Shakespeare, dopo Rosalinda, Viola, La princesa de Francia, Hermia & Helena. Qui un’attrice ambisce al ruolo di Isabella in Misura per misura e continua ad incontrare una brillante compagna di teatro che la mette di fronte alle sue scelte.
IL CILE
È sempre stato presente e premiato negli ultimi anni il cinema cileno delle nuove generazioni nei festival internazionali: a Berlino due autori classici inaugurano la sezione Forum Raul Ruiz e Valeria Sarmiento, con El tango del viudo y su espejo deformante (Il tango del vedovo e del suo specchio deformante). Raul Ruiz iniziò a girarlo nel 1967, ma non riuscì a portarlo a termine prima del suo esilio nel 1973. Lo ha completato con abilità tecnica e sperimentale tenendo conto del passare del tempo, storia di una moglie suicida che torna come fantasmatica presenza a incontrare il marito sotto sembianze sempre diverse, Valeria Sarmiento che è stata una delle prime cineaste cilene oltre che collaboratrice e montatrice dei film del marito scomparso nel 2011.