Il turismo spaziale sembrava dietro l’angolo. E invece il primo allunaggio del modulo Peregrine, lanciato lunedì e realizzato dalla Astrobotic di Pittsburgh, è fallito. Il giorno successivo la Nasa ha annunciato pure il rinvio delle missioni Artemis II e III, le prime dirette verso la Luna con un equipaggio umano dall’epoca delle missioni Apollo del secolo scorso, e in cui aziende private come la SpaceX di Elon Musk hanno un ruolo fondamentale. Viaggiare nel cosmo con mezzi propri non è facile come sembra.

IL MODULO PEREGRINE avrebbe dovuto portare sulla Luna esperimenti commissionati dalla Nasa, che ha pagato 108 milioni per il trasporto dei suoi sensori sul mezzo privato. Ma anche i carichi dei molti sponsor privati che avevano deciso di sostenere la missione: centinaia di lettere scritte da adulti e bambini, bitcoin, opere d’arte e perfino le ceneri di Nichelle Nichols, una delle protagoniste della serie Star Trek. L’uso della Luna come cimitero ha indispettito la tribù di nativi Navajo che la considerano sacra, che ora festeggeranno. Dopo un lancio avvenuto secondo le procedure previste, la navetta ha avuto problemi di posizionamento dei pannelli solari, probabilmente dovuta a un’esplosione in seguito a una fuoriuscita di elio mal sigillato. Per riorientare i pannelli, Peregrine ha dovuto utilizzare il propellente destinato all’allunaggio che dunque non potrà essere più effettuato. In questo momento Peregrine è diretto verso la Luna senza le risorse necessarie per arrivare sul suolo del nostro satellite e il suo futuro è ancora incerto.

La notizia del rinvio delle missioni Artemis rappresenta però un segnale d’allarme più preoccupante. Secondo i piani originali, delineati senza molto realismo dall’amministrazione Trump, un essere umano avrebbe dovuto posare il piede sulla Luna già nel 2024. Constatata l’impossibilità del progetto, il programma aggiornato prevedeva per il 2024 il lancio della missione Artemis II per portare un equipaggio a sorvolare il lato lontano della Luna. La nuova scadenza adesso è rimandata al settembre 2025. Rinviata di conseguenza anche la missione Artemis III (quella del vero allunaggio) che non avrà luogo prima del 2026.

LA NASA HA AFFERMATO di voler prima risolvere problemi che metterebbero in pericolo gli astronauti. «Non voliamo finché non siamo pronti» ha affermato il direttore della Nasa Bill Nelson in una conferenza stampa. «La sicurezza è fondamentale». La capsula Orion realizzata dall’azienda Lockheed Martin in cui troverà posto l’equipaggio ha ancora problemi nel sistema di ventilazione e i problemi allo scudo termico rilevati nell’ultimo lancio di prova devo essere ancora analizzati. La successiva missione Artemis III è molto più complessa: gli astronauti dovranno entrare in orbita sulla navetta Orion, salire sulla Starship – che raggiungerà l’orbita lunare in modo autonomo – per allunare, per poi risalire sulla navetta Orion e tornare verso la Terra. Ma lo sviluppo della Starship affidato alla SpaceX di Elon Musk è ancora indietro.