Fabio Rizzi, 49 anni, non è un leghista qualsiasi. Dicono che sia un duro, anche se lo scorso agosto, appena dopo l’approvazione della “sua” riforma del sistema sanitario lombardo, in aula si commosse fino alle lacrime (la riforma ha accorpato le ex aziende sanitarie, ha aggregato i servizi ospedalieri con quelli assistenziali e ha istituito pure un’agenzia di controllo). E’ un medico anestesista, ma ha sempre avuto la passione per la politica: prese la prima tessera del Carroccio a 26 anni, nell’anno di gloria 1992 per il partito di Umberto Bossi. Le sue passioni rivendicate ne fanno un personaggio – ha un pappagallo da quando era un bambino che si chiama Giovanni e adora andare a pescare – ma sono soprattutto i suoi due amici importanti a fare di Fabio Rizzi uno dei più influenti uomini della Lega del terzo millennio, quella che si sarebbe pulita la coscienza con il frettoloso show delle ramazze: sono Roberto Maroni e Matteo Salvini. Fabio Rizzi adora la Sardegna e spesso ci va in vacanza con il suo amico governatore della Lombardia, e non è un caso se la settimana scorsa ha organizzato proprio lui il tour sardo del capo della Lega (nel 2009 aprì anche la prima sezione leghista sull’isola).

Un fedelissimo, non solo nel tempo libero. Dal 2013 è considerato uno degli uomini più capaci e influenti di Roberto Maroni, di fatto, dicono alcuni, sarebbe lui l’assessore ombra alla Salute della Regione Lombardia. Nasce a Varese, il cuore della Lega Nord, e anche per questo ha sempre avuto buoni rapporti con Umberto Bossi e il suo cerchio magico. Di lui ci si fidava, e veniva sempre coinvolto anche nelle decisioni più importanti (pare che fosse presente alla riunione del vertice del partito convocata a Gemonio dopo la lettera della Bce al governo Berlusconi). La scalata ai vertici del partito risale a dieci anni fa quando fu eletto segretario provinciale della Lega di Varese, il trampolino per chiunque voglia fare carriera partendo dalla culla del leghismo. L’anno successivo, nel 2007, diventò sindaco del suo paese (Besozzo), pochi abitanti vicino a Gemonio, che da sempre è considerata la capitale dell’impero leghista (è il paese di Umberto Bossi). Poi Roma, nel 2008, l’anno del boom della Lega Nord, con un incarico insperato tra i banchi del Senato. Nella capitale Fabio Rizzi ci è rimasto cinque anni come capogruppo per la Lega in commissione sanità, quella è stata una buona palestra per tornare al nord sicuro di ottenere un pieno di voti alle regionali del 2013. Proprio a lui il governatore Roberto Maroni si è affidato per l’incarico forse più importante del suo mandato, riformare il sistema sanitario lombardo ereditato da Roberto Formigoni, un grumo di potere e corruzione che da sempre è nel mirino della magistratura. Quel lavoro affidato a Rizzi ha portato all’estromissione dalla macchina organizzativa dell’allora vice governatore e assessore alla Salute, Mario Mantovani (Forza Italia), che a sua volta lo scorso ottobre è stato arrestato con l’accusa di corruzione. Oggi, ci risiamo.

rizzi