Al Renaissance Theater di Berlino, il Tartuffe di Molière è un successo di pubblico, dopo quello dei critici, entusiasti alla prima del 4 febbraio. Grande recitazione, regìa impeccabile, ma a far parlare, pubblico e critici, nel foyer, dopo la prima, è la scenografia, formidabile nella sua spartana semplicità. Un palcoscenico tutto di rosso. Opera del veneziano Ezio Toffolutti. «Blutrot», rosso sangue, lo definisce il Tagesspiegel. Il rosso, spiega la «maestra del colore» Maggie Siner, si staglia con forza prepotente all’occhio di chi guarda. Rosse sono le pareti, le sedie, le poltrone, la tavola, che è luogo centrale sulla scena, non rigido arredamento ma dinamico palcoscenico ora alternativo ora di supporto a quello principale. Trovata geniale. Colore del fuoco e del sangue, per molte culture è il primo colore, legato al principio della vita. È il colore che anima il Tartuffe del regista Guntbert Warns.

«PERCHÉ IL ROSSO?» «È il mio colore», risponde lo scenografo. È il colore della sua città, Venezia. Una tinta, il rosso veneziano, che nell’alchimia di Ezio Toffolutti rivela la sua storia, il suo carattere, intimamente intrecciati con l’unicità di Venezia, con la sua laguna e i suoi canali (è un provetto vogatore alla veneta). È però la Venezia che ha sempre stentato a riconoscerlo come suo figlio. Al contrario di Berlino, Monaco, Vienna, Linz, Torino, Parigi, Roma, Bruxelles, Ginevra, Zurigo, Amburgo, Milano, Atene, Helsinki e Stoccolma, le tappe di una vita nel teatro, per il teatro, un successo dopo l’altro, come scenografo e come regista, anche nell’opera.
L’Allgemeines Künstlerlexicon De Gruyter, l’ha definito «dt. -ital.», deutsch-italienisch, italiano-tedesco. Più corretto definirlo veneziano-berlinese. A ben vedere è un artista europeo.Gli esordi con Benno Besson, le collaborazioni con Lietzau e Savary
Dopo la laurea all’Accademia di Belle Arti a Venezia e un periodo di attività nel piccolo ma allora prestigioso Teatro di Ca’ Foscari, nel 1971 giunge alla Volksbühne di Berlino. Lavora con il collaboratore preferito di Bertolt Brecht Benno Besson. La passione per il teatro brechtiano diventa un lavoro. Besson, che ha un grande fiuto per i talenti, l’incoraggia a cimentarsi anche con la regia.

Ezio Toffolutti

Con Besson, in Francia realizza le scene, i costumi e le maschere per Il Cerchio di gesso del Caucaso di Brecht. Una messinscena particolarmente ben riuscita, ripresa più tardi anche in Italia, grazie a una collaudata collaborazione tra il Teatro di Genova e lo Stabile del Veneto. Le collaborazioni con il grande regista svizzero, infatti, si rinnovano in Italia, anche con la co-regia, le scene e i costumi de L’amore delle tre melarance, eseguita al Teatro Malibran di Venezia.

E A VENEZIA decide di tornare alla fine degli anni Ottanta, continuando però a pendolare con Berlino. La vita a Venezia, il lavoro a Berlino. Con soggiorni nelle città dei più importanti teatri d’Europa. Ezio è giustamente orgoglioso della sua regia di Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, un grande successo ottenuto in occasione della riapertura dell’Opera di Parigi Palais Garnier dopo un periodo di chiusura per restauro. La collaborazione con registi europei di rilievo non si è mai interrotta: Hans Lietzau, Harry Kupfer, Johannes Schaaf, Nikolaus Lehnhoff, Michael Cacoyannis, Jérôme Savary, Claude Stratz e Katharina Thalbach.
Toffolutti è molto versatile, il suo stile non è mai uguale a se stesso, ma si adatta di volta in volta alla situazione in cui si trova. Quando gli si chiede il perché delle sue scelte scenografiche risponde «Lo richiedeva il pezzo». Una creatività si direbbe illimitata. Anche adesso, che ha da poco compiuto ottant’anni, la sua è una mente in continuo fermento e rivolta al futuro. Per i trecento anni di Giacomo Girolamo Casanova, che saranno celebrati nel 2025, Toffolutti sa già come stupire il pubblico. Non lo sciupaffemine, l’archetipo del seduttore, ma il grande veneziano, intellettuale eclettico e cosmopolita, autore, tra l’altro, della tragicommedia Polemoscopio. Per il berlinese brechtiano un promettente ritorno a Venezia.