Ci siamo quasi. C’è una certa agitazione. Consola il fatto che di solito gli eventi tanto attesi non accadono né come speriamo né come temiamo. Non sarà un trionfo, ma neppure un disastro. A poche settimane dal via, sia il mostruoso apparato che lavora per l’esposizione sia il confuso «movimento» che con solide argomentazioni lo contesta si stanno dando un gran da fare, più che altro per limitare i danni. La sommatoria di due debolezze è la cifra del primo maggio milanese più atteso della storia recente. Se tutto andrà come deve andare, sarà un Expo all’italiana. Sette anni dopo...