Più di undici ore di discussione al ministero, nell’ennesimo, estenuante incontro per dare la possibilità di un futuro a quello che era uno stabilimento modello di semiassi per auto. Un proprietario ancora una volta assente e che non si fa trovare, dopo aver dato ordine al suo pool di legali di tenere la posizione. Un documento presentato due giorni prima in un irrituale incontro fra i soli funzionari ministeriali e gli enti locali, tagliando fuori gli operai e il sindacato, che darebbe comunque il via all’amministrazione straordinaria chiesta anche dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto, ma che arrivati al dunque resta “congelato”. Perché alla fine Francesco Borgomeo si fa sentire per ripetere, come un disco rotto: “Lo stabilimento deve essere immediatamente accessibile”. Come se non fosse accessibile alla Regione Toscana, che ha in mano sei manifestazioni di interesse. Dunque la vertenza ex Gkn appare una volta di più un braccio di ferro fra chi, dopo aver sottoscritto impegni precisi per la reindustrializzazione del sito produttivo, in un anno non ha dato alcun seguito a quanto ripetutamente assicurato, e le circa 300 tute blu rimaste a difendere il loro posto di lavoro e da quasi sei mesi senza alcun tipo di salario.
Ha tutte le ragioni il Collettivo di Fabbrica quando, sulla sua pagina social, fotografa così la situazione: “Ripetere concetti surreali con convinzione, in maniera tale che nessuno pensi che a certi livelli si possa dire sciocchezze così grossolane senza prove e in maniera impunita. Invece si può, e nei processi di chiusura delle fabbriche questa tecnica è essenziale”. Una tecnica che si scontra con la realtà dei fatti.
I dirigenti del ministero, e la sottosegretaria Bergamotto, ribadiscono che l’unica strada percorribile è quella dell’amministrazione straordinaria, con un commissario che prenda in mano l’azienda e cerchi di assicurarle un futuro industriale. Il Fondo del credito per le cooperative e il Fondo di salvaguardia di Invitalia, ricordano dal Mimit, sarebbero a quel punto a disposizione. Al pari della possibilità, finalmente concreta, di accedere agli ammortizzatori sociali. Alla cassa integrazione, non alla Naspi che seguirebbe la liquidazione e il licenziamento di tutti gli operai.
Eppure Francesco Borgomeo, l’ex advisor che secondo il Sole 24 Ore ha ottenuto lo stabilimento di Campi Bisenzio da Gkn-Melrose pagando un solo euro, ancora due giorni fa insisteva: “La liquidazione è l’unica possibilità, l’azienda non ha i requisiti per l’amministrazione straordinaria, deve fallire anche per la tutela dei lavoratori. Qualunque esperto giurista condivide questa posizione”. Altre parole in libertà, smentite da mezza dozzina di giudici del lavoro che hanno validato un centinaio di decreti ingiuntivi presentati dagli operai per tutelarsi. Parole a cui il Collettivo di Fabbrica ha risposto postando l’irresistibile scenetta di Corrado Guzzanti che investe un passante sulle strisce pedonali, accusandolo poi di aver provocato l’incidente.