Come da manuale del padrone delle ferriere, Francesco Borgomeo snobba anche il Parlamento. L’ex advisor di Gkn-Melrose non si presenta, nemmeno in videoconferenza, all’audizione con le commissioni attività produttive e lavoro. Commissioni riunite congiuntamente per cercare di dare un indirizzo alla vertenza dei 280 operai superstiti di una ex fabbrica modello, costretta a riconvertirsi dopo la fuga precipitosa della multinazionale.
Dopo aver disertato per mesi ogni tavolo ministeriale, senza mai presentare un piano industriale minimamente credibile, adducendo di volta in volta scuse risibili per poi assolvere il mandato di Melrose di liquidare la fabbrica, Borgomeo fa solo sapere a mezzo stampa che “lui è fuori” e “ormai ha tutto in mano il liquidatore”. Altre scuse, visto che la magistratura del lavoro lo rincorre a colpi di decreti ingiuntivi, ad oggi ben 130. Mentre le istituzioni locali, Regione in testa, hanno manifestazioni di interesse per una riconversione dello stabilimento. Ma evidentemente Borgomeo gode di protezioni in alto. Da un governo che, anche sui grandi temi delle delocalizzazioni produttive e delle inevitabili transizioni ecologiche del comparto industriale, è cieco, sordo e muto.
All’audizione Fiom, Fim, Uilm e Usb hanno fatto ai parlamentari richieste univoche: “Chiediamo che la liquidazione sia revocata – sintetizza Stefano Angelini della Fiom – che siano pagati gli stipendi che mancano da sei mesi, e che sia aperto un vero tavolo per la reindustralizzazione del sito produttivo. Ci sono delle imprese che vogliono farlo, e Qf deve mettere a disposizione lo stabilimento per avviare la riconversione”.
Dai metalmeccanici della Cgil anche l’adesione alla nuova manifestazione delle tute blu ex Gkn, fissata sabato 25 marzo (ore 14) con partenza in viale Guidoni, nell’area di nord-ovest dove c’era il grande stabilimento Fiat, trasferito a Campi Bisenzio e poi ceduto a metà anni ’90 a Gkn. Una manifestazione in risposta alle ultime comunicazioni aziendali di Qf, che di fatto confermano liquidazione e licenziamenti, informando di aver attivato un canale di ricollocamento “dopo accordi con società di outplacement”. “Un insulto a qualsiasi forma di sindacato – replica la Rsu – qualcosa di mai visto e che può avere solo una risposta”.
“Borgomeo ha sbagliato, non può evitare il confronto – tira le somme della giornata l’ex sindaco campigiano Emiliano Fossi, oggi deputato proprio in commissione lavoro e neo segretario regionale del Pd – perché è inaccettabile che la vertenza ex Gkn sia ancora oggi senza soluzione. Ed è una novella quella per cui la fabbrica di Campi Bisenzio sarebbe occupata, c’è un’assemblea permanente ma è assolutamente accessibile, anche alle istituzioni, e ci sono oltre 30 lavoratori che ne garantiscono la manutenzione”. “Se la fabbrica è ancora in piedi, è solo grazie agli operai che continuano ad averne cura”, chiude Angelini. La prossima settimana nuova audizione delle due commissioni congiunte.