Burrasca in casa Qf, ex Gkn, l’azienda guidata da l’imprenditore Francesco Borgomeo che ieri ha girato ai sindacati la richiesta di avvio della procedura di consultazione per il ricorso dalla Cassa intregrazione straordinaria (Cigs) per lo stabilimento di Campi Bisenzio.

La richiesta è stata respinta duramente dalla Fiom che accusa la società di aver in questo modo «disdetto unilateralmente l’accordo del 19 gennaio scorso al Mise; accordo approvato dai lavoratori, che prevedeva «un percorso certo di rilancio industriale, con tempi certi di realizzazione del processo». E invece, denunciano in una nota, Simone Marinelli e Daniele Calosi «a quasi 10 mesi di distanza da quell’accordo, nulla si è concretizzato. Consideriamo grave che l’azienda, nell’ambito della procedura, minacci il sindacato e i lavoratori scrivendo in calce che “l’eventuale esito negativo dell’esame congiunto o l’impossibilità di definire un’intesa sul progetto industriale, costringerebbero la società ad assumere decisioni di tutt’altro segno rispetto all’accordo del 19 gennaio», scrive ancora la Fiom annunciando che per sedersi al tavolo l’azienda debba «rimuovere questa forma di ricatto».

Ancor più duro il Collettivo Gkn: «Irricevibile minaccia di Qf di disdettare di fatto l’accordo quadro. Minaccia che viene agita praticamente per estorcere la firma di una cassa integrazione in deroga e retroattiva (va a coprire i mesi già passati). La novità può stupire solo chi non ha capito il gioco in atto: arrivare a una trattativa con lo stabilimento sull’orlo del baratro. Il non intervento delle istituzioni nel porre un limite a questa continua telenovela sta deliberatamente provocando gli animi di trecento famiglie e di un intero territorio. A maggior ragione massima mobilitazione, tutte e tutti presenti il 9 ottobre per la giornata campale per la fabbrica pubblica socialmente integrata», conclude la nota.