Almeno 10 agenti di polizia sono rimasti feriti leggermente e alcuni coloni contusi nei tafferugli avvenuti ieri durante lo sgombero dell’avamposto coloniale ebraico di Amona, in Cisgiordania, a pochi chilometri dalla città palestinese di Ramallah. I coloni si sono barricati in alcuni alloggi, hanno lanciato sassi, candeggina e altri liquidi contro i poliziotti . Questi ultimi non hanno usato la forza e si sono limitati ad effettuare qualche arresto. Un atteggiamento molto diverso da quello che la polizia israeliana di solito usa durante la demolizione di case arabe, come di recente si è visto nel villaggio beduino di Umm al Hiran, nel Neghev.

A resistere alla polizia ieri non sono state tanto le 40 famiglie di Amona quanto le centinaia di coloni, in gran parte giovani, giunti da altri insediamenti per bloccare un provvedimento contestato anche da alcuni ministri del governo di destra alla guida di Israele. Quello dell’istruzione Naftali Bennett, considerato un leader del movimento dei coloni, durante un intervento ieri alla Knesset ha parlato degli abitanti di Amona come degli “eroi”. Ha quindi promesso l’annessione a Israele di tutta la Cisgiordania, occupata nel 1967. Anche altri esponenti dei partiti della coalizione di governo hanno contestato lo sgombero, attuato nonostante il Parlamento sia vicino all’approvazione della “Regulation Bill”, una sorta di sanatoria che legalizzerà circa 4000 alloggi costruiti negli avamposti coloniali.

Amona, uno degli oltre 100 avamposti esistenti in Cisgiordania – che si aggingono alle circa 150 colonie “ufficiali”- era illegale anche per la legge israeliana, perchè costruito su terreni privati palestinesi. La Corte Suprema ne aveva chiesto l’evacuazione già nel 2014 e alla fine dell’anno scorso aveva confermato la sua sentenza. I continui rinvii dello sgombero hanno avuto termine ieri quando alle famiglie di Amona è stato dato un ultimatum.
Il premier Netanyahu per placare le ire dei nazionalisti religiosi aveva autorizzato martedì sera la costruzione di altri 3mila alloggi in varie colonie in Cisgiordania. Ed è probabile che nuove autorizzazioni edilizie arriveranno nei prossimi giorni, nel silenzio dell’Amministrazione Trump che si proclama alleata di ferro di Israele. Da quando il nuovo presidente si è insediato alla Casa Bianca, le autorità israeliane hanno dato il via libera a oltre 5000 case nelle colonie in Cisgiordania e a diverse centinaia di alloggi in quelle nella zona araba di Gerusalemme. Secondo alcune fonti potrebbe essere autorizzata nei prossimi mesi la costruzione di 11000 nuove abitazioni per coloni. Trump in campagna elettorale ha promesso di trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme in modo da riconoscere la città santa, anche la sua parte araba rivendicata dai palestinesi, come la capitale di Israele

I palestinesi appaiono indecisi su come rispondere a questa immensa colata di cemento nei Territori occupati e per il momento invocano l’intervento della Corte penale internazionale. (michele giorgio)