«Da oggi riparte la lotta per la libertà di scegliere come morire». Sono 130 mila le firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia che l’Associazione Luca Coscioni consegnerà questa mattina nelle mani del presidente della Camera Roberto Fico.

Alla terza carica dello Stato, la delegazione composta da Marco Cappato, Mina Welby, Carlo Troilo, Filomena Gallo, Marco Perduca e Marco Gentili ricorderà che sono passati ormai cinque anni da quando la legge fu depositata con le prime 67 mila firme. Da allora però, denunciano i dirigenti dell’associazione radicale, «il Parlamento non ne ha discusso nemmeno un minuto malgrado la proposta sia attualmente incardinata nelle commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera».

Da allora sono aumentate a dismisura («circa 600 dal 2015») le richieste di aiuto pervenute all’associazione da parte di malati incurabili costretti all’ultimo viaggio verso la Svizzera, come Dj Fabo, accompagnato da Cappato nella clinica elvetica dove ha potuto trovare la morte dignitosa che chiedeva da tempo (il caso giudiziario è finito poi davanti alla Consulta che dovrà decidere sul reato di aiuto al suicidio).

L’Associazione scenderà poi in piazza Montecitorio in attesa della riunione dell’intergruppo parlamentare sul finevita che nel pomeriggio riunirà i suoi 34 parlamentari che si sono «impegnati nella richiesta di immediata discussione della legge popolare».

«Vogliamo richiamare ciascun parlamentare a confrontarsi con la grande questione sociale che Marco Pannella definiva della “morte all’italiana”, cioè dell’eutanasia clandestina e dell’accanimento contro i malati – spiega Cappato – In attesa dell’udienza della Corte costituzionale , vogliamo che ora anche il Parlamento si faccia vivo e discuta la nostra legge di iniziativa popolare».