Confisca dei beni sequestrati alla mafia e riuso civile di quelli abbandonati dallo Stato, reddito minimo per condurre una vita dignitosa riconosciuto al 60% del reddito mediano in ciascun paese, politiche economiche di stimolo alla domanda e riforma della Banca Centrale Europea. Sono questi i punti fondamentali della campagna «Miseria Ladra» presentata ieri a Roma dal Gruppo Abele e da Libera, insieme a più di 900 associazioni e organizzazioni di volontariato tra cui Arci e Cnca, ai candidati italiani al parlamento europeo (L’Altra Europa con Tsipras, Verdi, Pd).

Partita da zero nell’agosto 2013, la campagna è riuscita a creare un campo vasto di partecipazione e di intervento contro la povertà che in Italia colpisce una persona su tre. Secondo l’Istat, nel nostro paese ci sono più di nove milioni e mezzo di poveri relativi che vivono con 506 euro al mese. In più ci sono 4,8 milioni in totale indigenza. Senza contare la disoccupazione che colpisce più di 3 milioni di persone e la disoccupazione giovanile giunta ormai al 42,7%. Una catastrofe sociale esplosa negli anni dell’austerità economica (2010-2013) che ha spinto centinaia di associazioni di diversa aspirazione e missione sociale a comprendere l’importanza dell’Europa dove secondo la Croce Rossa i poveri sono 126 milioni, 43 milioni gli indigenti. Per Don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, bisogna abbandonare le politiche fiscali restrittive e le regole del pareggio di bilancio che strangolano gli enti locali come gli stati nazionali cambiate a favore di una strategia incentrata sul welfare. Servono politiche industriali sostenibili, politiche del lavoro che cancellino la precarietà e un radicale ridimensionamento del capitalismo finanziario. Alle forze politiche europee Don Ciotti ha chiesto che «la destinazione sociale dei beni confiscati sia davvero resa possibile» e che «questi percorsi trovino sempre più spazio attraverso linee di finanziamento». «Bisogna fare in modo che questi beni siano restituiti alla collettività – ha aggiunto – in Italia sta arrivando un numero impressionante di beni sequestrati e confiscati. Sono circa 50 mila tra mobili e immobili».

Sull’immigrazione la richiesta è radicale: abolire i centri di detenzione e parità di accesso ai sistemi di welfare e al lavoro. Per Roberto Speranza del Pd, «la sfida a cui siamo chiamati è un’inversione di marcia. La strada finora intrapresa in Europa sul piano economico è sbagliata». «Per combattere la povertà, bisogna anche fare politiche industriali che scelgano settori su cui investire, come la green economy» ha detto Francesco Ferrante di Green Italia Verdi europei. Il presidente di Syriza Alexis Tsipras ha sottoscritto «con gioia» le proposte di Libera e del Gruppo Abele e si è impegnato a portarle anche in Grecia, promettendo di organizzare un tavolo di confronto tra il Gue e le associazioni che si battono per contrastare la povertà e le mafie. “Queste associazioni – ha aggiunto Tsipras – hanno compreso la relazione tra cause ed effetto tra le politiche di austerità e l’aumento della povertà, quindi della mafia e della corruzione».