Recessione, crisi umanitaria senza precedenti, disoccupazione oltre il 28%, tagli a stipendi e pensioni, promesse vane e speranze perse: ai greci è chiaro che il voto di oggi è un referendum sulle politiche applicate dalla Troika (Bce, Fmi, Commissione Ue) negli ultimi anni. Per bocciarle, come vuole il leader della sinistra radicale (Syriza), Alexis Tsipras. O per approvarle, come vorrebbe il premier conservatore (Nea Demokratia) Antonis Samaras, che fa appello alla difesa della «stabilità politica». Una stabilità che fa certo comodo all’establishment politico ed economico, ma che non dovrebbe interessare gli strati economicamente più deboli sempre più affamati e disperati....