L’«onda verde civica» si ferma prima di partire. Per gli amanti del genere (piccoli partiti, grandi questioni, grandi litigi) è un colpo di scena. Oggi +Europa e Italia in comune annunceranno in una conferenza stampa a Roma il matrimonio per le europee. Restano fuori i Verdi, che fino a qui avevano dato per fatta la lista con l’associazione dei sindaci, con Federico Pizzarotti (di Parma) e Alessio Pascucci (Cerveteri). Insieme sui palchi, nelle conferenze. Tutto finito.

La rottura si è consumata negli ultimi giorni. Le due parti danno ricostruzioni opposte. La collaborazione fra Ic e Verdi era stata annunciata lo scorso gennaio. Le due forze avevano cercato di coinvolgere + Europa, che però a sua volta puntava ad attrarre Carlo Calenda.

Il puzzle si è ricomposto ma in tutt’altro ordine. L’ex ministro si è acquietato definitivamente nelle liste Pd. E allora Bonino, Tabacci e Della Vedova hanno «fatto un’offerta» ai sindaci civici. Scalzando via i Verdi, con loro incompatibili su temi cruciali, soprattutto in Europa: dagli Ogm alle grandi opere ai trattati di commercio internazionali, che per +Europa sono un vangelo. «La nostra intenzione era quella di costruire un’alleanza larga con i Verdi e +Europa», spiega Pascucci, coordinatore di Ic. «Ma tenere tutto assieme non è stato possibile. Nel fine settimana abbiamo riunito il coordinamento e la grande maggioranza ha deciso di accettare l’offerta di +Europa». I verdi ironizzano sull’ampiezza della consultazione. Ma il caso è chiuso.

Pizzarotti punterebbe in realtà a correre alle regionali dell’Emilia Romagna, a fine anno. Dal Nazareno trapela un accordo già abbozzato. Ma non è escluso che si candidi il 26 maggio, e con lui anche Pascucci. Il paradosso è che, se eletti, non siederebbero nell’Alde, il gruppo dei liberali cui fa riferimento +Europa, ma in quello dei Verdi europei. Quello degli alleati abbandonati.