Libri che raccontano un’estate. Libri che raccontano il caldo e le vacanze. Libri in cui gli adulti sono figure sullo sfondo, incidenti capaci solo di far deragliare una bella storia, di allontanare i bambini e le bambine; adulti che, spesso, compaiono solo alla fine – quando ci riescono – per provare a tessere qualcosa di nuovo dall’assenza di relazione o da un rapporto sospeso. Libri, infine, che mettono i ragazzi e le ragazze al centro restituendo loro, almeno per una stagione, autonomia di emozioni e libertà di azione.

C’è un’isola greca con tanto sole, tanta luce e, ovviamente, tanto mare ma c’è anche un’immensa solitudine. Eppure, piano, quasi proprio malgrado, Jakob viene trascinato in un’amicizia che gli riempirà l’intera estate e gli cambierà la vita. Una stagione di crescita e di sorprese al termine della quale tornare a casa, nella lontana Amsterdam, colmo di nostalgia per luoghi, persone e giorni. Gideon Samson, pluripremiato autore nederlandese per young adults, racconta così la capacità trasformativa dell’amicizia con leggerezza di toni in una straniante seconda persona singolare. Giorni sull’isola, edito da Camelozampa (pp. 228, euro 12,90), pubblicato in font ad alta leggibilità anche per dislessici, è un libro tenero, tutt’altro che malinconico, capace di restituire grazia ad un’estate di abbandoni e ritrovamenti.

Il volume – tradotto da Olga Amagliani – narra quanto sia facile e fragile l’amicizia, quanto l’amore possa essere capace di inclusione o frizione tanto per il rapporto con un padre estraneo, reso incomprensibile dalla lontananza e dagli amori, o per quello con Michalis, amico dimenticato su un’isola che poi è diventata un ricordo lontano e la punizione di questa estate di esilio. E poi c’è Puck, la ragazza di Michalis, con cui interrogarsi sul confine tra amicizia e amore.

Sempre d’estate, e ispirate con tutta evidenza all’attualità più prossima – fin dalla dedica all’Orsa Amarena uccisa l’anno scorso nel Parco d’Abruzzo – si svolgono le imprese di Caterina, disposta a tutto per salvare un’orsa e il suo cucciolo. Anche questa volta a rendere possibile l’avventura è l’incontro, oltre che con l’animale, con Matias, coetaneo timido e impacciato dallo straordinario talento per il disegno. Qualcosa che è destinato a «rimanere un segreto, un bellissimo e affascinante segreto», una guida precisa a ciò che non bisogna assolutamente fare se si incrocia un orso ma che fa esplodere l’immaginazione e la gratitudine per la lettura che ha il potere di offrire incontri impossibili: è questo e molto altro il libro il Sentiero degli orsi di Francesco D’Adamo, edito da Mondadori (pp. 144, euro 14).

Un volume con un Qr code per trasformasi in audiolibro è invece Jekabs e i cani di Riga di Liuze Pastore, letto da Giovanni Bussi, illustrato da Reinis Peterson, edito da Emons!raga e tradotto da Rita Tira e Margherita Carbonato (pp. 190, euro 14). Nella capitale della Lettonia nessuno deve dire «Riga è pronta» altrimenti il fiume la sommergerà e si dovrà ricostruire tutto da capo. Ma Jekabs, esperto disegnatore di fantastiche mappe urbane, è arrabbiato e lo dice. La conseguenza è essere mandato, anche lui, lontano dalla famiglia. Per arrivare nel suo luogo dell’esilio dall’altra parte della città deve attraversare la città. «Non ti spaventare – sente Jekabs appena arrivato nella casa ammuffita dove passerà l’estate – come se io fossi l’ottava meraviglia del mondo. Sei a Maskacka e qui le cose sono un po’ diverse da come sei abituato»: è il Capo a parlargli, un grande cane randagio che fa la guardia al quartiere minacciato da un losco affarista. Ma le cose non sono mai semplici come sembrano e gli adulti, anche questa volta, riservano amare sorprese ma Jekabs e sua cugina Mimmi si uniranno alla banda dei cani parlanti randagi per venirne fuori. E salvare Riga.

Ultimo libro per immergersi nell’estate è Il campeggio della luna piena (pp. 304, euro 13,50), terzo volume della saga I fuoriposto di Luca Di Gialleonardo, edito da Gallucci: anche qui la stagione delle vacanze, un campeggio, un mistero e degli adulti che, per fortuna, non capiscono nulla, lasciando i protagonisti liberi di agire.

Di altro tenore sono gli adulti di Ottobre, Ottobre di Katya Balen (traduzione di Lucia Feoli, illustrazioni di Angela Harding, pp.240, euro 14,90), pubblicato da Einaudi ragazzi. Diversa la stagione anche se quel mese autunnale ripetuto nel titolo è, in realtà, il nome della protagonista che vive con il padre in una foresta di cui ama gli odori, gli alberi, le rocce. E dal quale sarà costretta a separarsi per andare a vivere con «la donna che dice di essere sua madre». Una lontananza fisica separa così Ottobre, ottobre dal padre in fin di vita, impossibilitato ad essere l’interlocutore di sempre mentre una lontananza emotiva incolmabile la separa dalla madre.

Ci vorrà tempo perché impari a vivere nella città grigia, ci vorrà tempo per avvicinarsi alla donna che dice di essere sua madre e che, con timidezza straziante, tenta di avvicinarlesi. Ci vuole tempo perché il padre guarisca, così ci vuole tempo per crescere e Ottobre, ottobre lo racconta con emozione.