Migliaia di ateniesi aspettano di ricevere oggi la cancelliere tedesca Angela Merkel. Una visita in soccorso al governo traballante di Antonis Samaras, che ha blindato il centro di Atene congelando la democrazia e vietando qualsiasi forma di protesta, anche grazie alla paura diffusa dallo scoppio di un’autobomba nei pressi della sede della Banca Centrale greca alle sei del mattino di giovedì.

Syriza ha chiamato i cittadini ad una massiccia mobilitazione unitaria con i sindacati e le associazioni contro Merkel in piazza Klathimonos, di fronte alla Banca Centrale dove è scoppiata l’autobomba, ripetendo la sua parola d’ordine: «O noi o loro». La bomba «non colpisce le banche e il sistema, colpisce il paese e la democrazia», ha sostenuto il portavoce di Syriza nel parlamento Dimitris Papadimoulis, mentre l’altro portavoce Nikos Voutsis ha sottolineato che serve «la resistenza di massa e popolare e non tali azioni che creano oscurità e fobie» considerando che questo tipo di azioni «gettano un velo che oscura l’attualità corrente, ma soprattutto, mettono in ombra il grande successo dello sciopero generale di ieri. La scelta di una movimento di massa è la prima priorità.

Tutte le altre azioni oscurano le situazioni e creano paura». Secondo la polizia antiterrorismo, chi ha pargheggiato la macchina al fianco del muro della Banca centrale aveva il casco e subito si è allontanato con la moto di un complice. Con due chiamate, alle 5.10 e alle 5.15, gli attentatori hanno anticipato di 45 minuti l’esplosione.
Il governo di Samaras si regge in piedi grazie ad un’esigua maggioranza e Mekrel proverà a sostenerlo con tutti i mezzi, di fronte ad una probabile vittoria di Syriza nelle elezioni europee.

Un risultato che offrirà la possibilità al «piantagrane» Tsipras di insistere per le elezioni anticipate. La cancelliera parteciperà ad un incontro con Samaras e gli imprenditori che investono in campi innovativi, rappresentanti delle istituzioni e delle piccole e medie imprese. In pratica Merkel cercherà di premiare Samaras per la sua dedizione all’applicazione dei tagli; poi incontrerà ufficialmente Samaras e subito dopo ci sarà l’attesa conferenza stampa dove ci si aspetta un ulteriore sostegno a Samaras, elogiato per il suo «coraggio» nel far tornare la Grecia tra le braccia degli speculatori dei mercati.

Il conservatore Samaras e il suo vice, il socialista Venielos, hanno ripetuto ieri che la collocazione di 3 miliardi di bond quinquennali rappresenta un voto di fiducia dei mercati verso il lavoro del loro governo. La verità è che Merkel e la Bce si sono mossi parecchio per aiutare il ritorno della Grecia sui mercati e per convincere i greci e l’elettorato tedesco che le politiche imposte dalla cancelliera sono apprezzate dagli investitori.

Da Bruxelles Tsipras ha denunciato che il paese è stato costretto – per fini elettorali – ad emettere nuove obbligazioni a caro prezzo. I 3 miliardi di bond costeranno ai greci quasi 750.000 euro nei prossimi cinque anni, visto che il rendimento era sceso al 4,95% permettendo al paese di tornare sui mercati e ridurre la «dipendenza» dalla troika, come con grande ipocrisia ripetevano i sostenitori dell’austerità e le grandi banche che hanno collocato i bond (tra cui la maggior banca americana JP Morgan Chase e la tedesca Deutsche Bank).

Un’operazione speculativa con l’appoggio della Bce, che ha avuto la funzione di garante, spingendo la richiesta verso i 20 miliardi. I dati dell’istituto di statistica greco però raccontano altro: la disoccupazione continuano a fare paura.

La disoccupazione femminile si assesta al 30,2%, quella dei giovani fino ai 24 anni al 56,8%. La disoccupazione si era assestata al 26,7% il gennaio del 2014 rispetto al 26,5% del 2013 e il 27,2% del dicembre del 2013.