Lavoro

Esodati, scatta l’allarme scuola

Esodati, scatta l’allarme scuola

Danni post-Fornero Il problema riguarda anche 4 mila lavoratori dell'istruzione

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 12 marzo 2014

La Commissione Bilancio della Camera dovrebbe fornire oggi il proprio parere (si augura favorevole) sulle coperture finanziarie della proposta di legge che permette di sanare una tra le tante ingiustizie – quella del settore scolastico – della cosiddetta riforma Fornero delle pensioni, che è stata una vera manovra a danno del sistema pensionistico, piuttosto che una riforma seria. Basti ricordare che a oggi non è stato risolto il problema di oltre 150 mila lavoratori e lavoratrici esodati (circa la metà del totale), mentre la maggior parte di quelli salvaguardati non percepiscono ancora la pensione.

Vi è poi la vicenda dei lavoratori delle imprese ferroviarie e in particolare quella dei macchinisti che per un errore tecnico della riforma Fornero sono costretti ad andare in pensione a 67 anni, continuando da soli (perché dal 2009 è stato introdotto il macchinista unico) a guidare treni dell’alta velocità a 320 km all’ora. Però, solo se sono ancora in vita, dal momento che la vita media di un macchinista è di 64 anni, trattandosi di un lavoro tra i più usuranti. Così, in pensione non ci andranno mai.

La vicenda dei lavoratori della scuola riguarda circa 4000 persone che hanno maturato i requisiti per poter andare in pensione entro la fine dell’anno scolastico 2011-2012. Senonché, la riforma Fornero ha stabilito che in pensione con i vecchi requisiti ci vanno solo coloro che i requisiti li avevano maturati al 31 dicembre 2011. In questo modo è stato ignorato il fatto che i lavoratori del settore scolastico hanno questa peculiarità: non possono decidere di andare in pensione il 31 dicembre o quando vogliono, ma lo Stato impone loro, giustamente, di andarci il primo settembre, cioè alla fine dell’anno scolastico per poter garantire ai nostri figli la continuità dell’insegnamento e della didattica. Cosicché chi sarebbe dovuto andare in pensione alla fine dell’anno scolastico 2011-2012 è rimasto imprigionato nelle maglie della riforma, pur maturando i requisiti pensionistici entro il 31 agosto 2012. Questi lavoratori ora si trovano costretti a lavorare, a seconda delle situazioni, fino a 7 anni in più.

Molti tribunali hanno dato ragione a questi lavoratori e dall’inizio della legislatura il Parlamento, per risolvere il problema, sta discutendo la proposta di legge a prima firma di Manuela Ghizzoni, ma sottoscritta da deputate e deputati di quasi tutte le forze politiche. Servirebbero circa 450 milioni di euro, ma per otto mesi il governo Letta non ha voluto farsene carico, costringendo la Commissione Lavoro a predisporre ben tre testi diversi della legge. Da ultimo, ha proposto di prenderli dal fondo per gli esodati, ma non è una grande idea recuperare i soldi per un’emergenza da un’altra emergenza per la quale le risorse sono ancora insufficienti.

La Ragioneria dello Stato, che dà il via libera alle coperture finanziarie, si è opposta ad altre soluzioni, che pure ci sarebbero e Sel le ha indicate puntualmente (a partire da una maggiore tassazione delle rendite finanziarie). La Commissione Bilancio della Camera più volte è stata chiamata a esprimere il proprio parere, ma puntualmente il governo ha chiesto e ottenuto un rinvio alla riunione successiva. Di rinvio in rinvio sono passati troppi mesi.

Tra l’altro va ricordato che dalla “manovra” Fornero ci si aspettava – dal 2012 al 2022 – un “risparmio” di circa 22 miliardi di euro, che in realtà, secondo l’Inps, saranno di oltre 90 miliardi. I soldi dunque ci sarebbero. Il problema è che gli ultimi governi hanno utilizzato le pensioni e i pensionati per fare “cassa” e anche di fronte a conclamate ingiustizie e ad errori clamorosi non hanno posto rimedio. Non sappiamo cosa aspettarci dal nuovo governo Renzi. Quello che è certo è che questa ingiustizia macroscopica non può più essere tollerata e che lo Stato deve garantire la pensione ai lavoratori della scuola ingannati dalla riforma Fornero e dal governo Letta.

* Deputati Sel

 

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