Il 13 luglio 2011, il collettivo canadese di comunicatori e attivisti Adbusters, pubblicava sul suo blog : «Siete pronti per un momento Tahrir?», riferendosi alle proteste che avevano infiammato il mondo arabo. Questo è stato l’inizio di Occupy Wall Street. Adbusters applicava le tecniche di comunicazione del marketing convenzionale ai messaggi anti-consumisti.

Se Adbuster ha creato l’immagine della ballerina e il toro, con quel bovino The Yes Man – un duo di attivisti fondato da Jacques Servin e Igor Vamos che, attraverso varie azioni con base surreale e provocatoria, mirano a sensibilizzare il pubblico su problematiche sociali e politiche- hanno fatto una corrida, in un’azione immortalata da un video diventato virale che rivela tutta l’assurdità della situazione: la polizia difendeva la statua di un toro dagli sberleffi di clown vestiti da toreri.

«In quel caso abbiamo avviato il primo sito web di Occupy Wall Street e creato l’immagine del toro con la ballerina – spiega Kalle Lasn, uno dei fondatori di Adbusters, 79 anni, attivista, scrittore e comunicatore – i tempi erano maturi perché il messaggio attecchisse. Abbiamo innescato un movimento che è decollato da solo. Era un momento denso. La primavera araba era in corso, era stato rovesciato Mubarak, il crollo finanziario aveva fatto tremare i giovani preoccupati per il futuro. Abbiamo avuto la sensazione che fosse un «momento globale».

Si aspettava questo risultato?

Kalle Lasn: Ogni volta che cominci un’azione ci speri. Poi ho visto che Ows da Zuccotti Park si è improvvisamente espanso a Los Angeles, Chicago, in tutta l’America. Quando è arrivato a Vancouver, la mia città natale, e poi in 2000 altre occupazioni in tutto il mondo, è stata una sorpresa. Nessuno l’avrebbe potuto prevedere.

Ad Ows hanno rimproverato di non avere ottenuto successi perché i problemi che denunciava non sono scomparsi.

KL: Questa è la risposta della politica convenzionale. Le persone si aspettano risultati rapidi mentre la prospettiva deve essere lunga. Io sono vecchio, mi sono politicizzato nel 1968, quando una piccola insurrezione nel quartiere latino ha innescato l’intero movimento mondiale di giovani insoddisfatti di ciò che i loro genitori avevano fatto, di ciò che i leader stavano facendo. Era la prima volta in cui all’improvviso tutto il mondo si muoveva in una nuova direzione. 50 anni dopo, Occupy Wall Street ha fatto qualcosa di molto simile. Non si può giudicare un movimento come Occupy solo da quello che è successo in pochi mesi 10 anni fa; bisogna vederlo come un movimento storico che è iniziato molto, molto tempo fa, e continuerà, trasformandosi, per tanto tempo.

Lei continua a voler lottare.

KL: Cos’altro si può fare su questo pianeta? Siamo di fronte a un futuro che “non funziona”, al cambiamento climatico, e nessuno sa trovare una soluzione. Intanto la situazione finanziaria globale è molto instabile. Mi sveglio ogni mattina aspettandomi che la media del Dow Jones sia scesa di 10.000 punti e di essere in un altra crisi come il 1929. Cos’altro si può fare se non combattere?

Quanto è importante ridicolizzare il potere?

Jacques Servin: Molto, perché l’intellettualizzazione è un processo cerebrale, la risata passa dal corpo ed agisce in modo profondo.

Quale è stato il tratto distintivo di Ows?

JS: Ows è stato un magnifico caos e un incredibile esempio di collaborazione multiforme. Mettiamolo in prospettiva. Torniamo al 1994, quando gli zapatisti hanno dichiarato guerra al Messico. Era un attacco al sistema con un’azione simbolica perfetta, non potevano dichiarare guerra allo Stato messicano e sperare di vincere, ma l’hanno fatto. E lo hanno fatto brillantemente. Ows non sperava davvero di prendere il controllo del capitalismo americano, ma l’ha fatto, e si parlava degli stessi problemi. Nasceva dal malcontento per la globalizzazione neoliberista e per il capitalismo, di cui parlavano anche a Seattle nel 1999. Come il movimento no global, Ows aveva delle richieste enormi.

E il processo continua.

JS: Con Ows si è iniziato a parlare di capitalismo e disuguaglianza, ingiustizia e libertà, La campagna di Bernie Sanders non sarebbe avvenuta senza Occupy Wall Street. E grazie a Sanders, l’attuale presidente degli Stati Uniti è stato “spinto” molto a sinistra. Tutto ciò che c’è di progressista nell’agenda di Biden si deve a Sanders.