In una lettera a T.S. Eliot del 18 gennaio 1940 Ezra Pound si interroga con interesse sull’espressione omnia quae sunt, lumina sunt («tutte le cose che esistono sono luci»), poi ripresa in altre lettere e accostata nei Cantos a formulazioni apparentemente analoghe di Confucio (ad esempio nel Canto 74) o di Cavalcanti (Canto 36). Queste relazioni, che rintracciano oltre i tempi e le lingue l’archetipo neoplatonico del ritorno di tutte le cose a Dio come aria alla luce, animano l’ossatura concettuale della sua opera e sono oggetto di numerosi studi recenti (fra gli ultimi Mark Byron, Ezra Pound’s Eriugena, 2014)...