Offeso ma non troppo dal «dittatore» che gli ha urlato contro Mario Draghi, Recep Tayyip Erdogan tiene bassi i toni, cosciente che per Roma e Bruxelles era e resta partner centrale nella crisi libica e nel blocco dei flussi verso l’Europa di migranti e profughi in fuga dai conflitti mediorientali e africani. E continua a fare come gli pare. All’Ue e alle Nazioni unite che gli avevano intimato di ritirare, entro lo scorso 23 gennaio, i mercenari siriani che aveva inviato a sostegno del governo di Tripoli, il presidente turco ha risposto dando luce verde alla partenza di altri miliziani...