Dopo i troppi remake italiani di commedie francesi riuscite e serie di film fotocopia ce ne arriva uno che dimostra che non è vero che solo noi facciamo commedie cazzare mezzo copiate scritte così così con zero idee in testa con la coppia sud-nord, povero-ricco che dopo essersi menati per metà film si scoprono amici per la pelle. Questo ipercazzaro, ma gradevolissimo Due agenti molto speciali, traduzione fantasiosa di De l’Autre Côté Du Périph, di David Charhon, regista del mai pervenuto da noi Cyprien, storia di due poliziotti francesi, uno, Laurent Lafitte, bianco e pariolo di Parigi centro, l’altro, la star Omar Sy, nero, con figlio a carico, nato e cresciuto in periferia che opera in quel di Bobigny, più o meno come Er Tufello, è proprio la dimostrazione che anche in Francia i produttori si comportano proprio come da noi. Hai fatto un fracasso di soldi con Quasi amici con la coppia bianco in carrozzella-nero coatto de borgata? Bene, riprendi Omar Sy, lanciato ormai verso una carriera internazionale, sta girando il novo X-Men (cazzo!), lo trucchi da Monnezza, poliziotto di periferia, e lo metti in coppia con un bianco alla Renato Pozzetto (eh, la Madoooona…), un po’ scemo ma onesto. Condisci il tutto con una storiellina gialla alla Bruno Corbucci, una ricca strappona col vizietto del gioco viene trovata cadavere in una stradina fetente di Bobigny.
Scende da Parigi centro un tenente che vuole diventare commissario e si incontra con Monnezza-Omar Sy. Se ne dicono di tutti i colori, poi diventeranno amici per la pelle. Non manca niente, il bambino di Monnezza, la bella collega che mostra il culo, Sabrina Ouazani nei panni di Yasmine, complimenti, i cattivi che vengono tutti dal mondo dei poteri forti francesi, legati alle grandi industrie, i sindacalisti corrotti, pure un Bombolo arabo che si chiamava Nadir e ora è diventato Giovanni.

La cosa più divertente è che, mentre il flic nero Ousmane Diakhit-Omar Sy ha il culto dell’Axel Foley di Beverly Hills Cop, cioè Eddie Murphy, ovvio, il flic bianco Francois Monge- Laurent Lafitte, ha quello di Joss il Professionista, vecchio poliziottesco del 1981 di Georges Lautner con Jean-Paul Belmondo che da loro è quasi un Maurizio Merli. Aggiungiamo una scena alla Delitto al Blu Gay dove i nostri eroi si ritrovano nudi in un club per maniaci sessuali inseguendo i cattivi. È lì che la bella Yasmine si toglierà tutto per esigenze di lavoro.
Non ci sono le scoregge, però il flic pariolo non si perde un culo né per le strade di Bobigny né al commissariato. Più o meno come il personaggio di Daniel Boulanger in Non sparate sul pianista di Francois Truffaut. Citazione altissima. Il film si vede, ma Omar Sy, vero motore di tutto, merita di meglio. In patria ha incassato 15 milioni di euro e qui potrebbe andar benone. Ma perché non li facciamo noi questi film. Non siamo abbastanza cazzari?