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Dimitris Papaioannou: danza, corpo e materia in trasformazioneCon un viaggio accompagnato da sette grandi coreografi internazionali si apre martedì all’Auditorium Parco della Musica di Roma la diciassettesima edizione del festival Equilibrio, diretto per il secondo anno consecutivo da Emanuele Masi. Undici serate distribuite in tre settimane fino al 25 febbraio a partire il 7 con la prima volta a Roma della Gauthier Dance. In scena Seven Sins, spettacolo arrivato in Italia l’estate scorsa alla Biennale di Venezia e a Bolzano Danza, un’immersione sfaccettata nei Sette peccati capitali, a firma Aszure Barton, Sidi Larbi Cherkaoui, Sharon Eyal, Marco Goecke (strepitoso il suo assolo sulla Golosità), Marcos Morau, Hofesh Shechter, Sasha Waltz. Un affondo nell’inferno raccontato da sette stili visivi e coreografici esemplari della mano d’autore degli artisti coinvolti nel progetto da Eric Gauthier.In co-realizzazione con il Teatro di Roma torna nella capitale un artista cardine del nostro tempo come Dimitris Papaioannou

SI PROCEDE con il focus su Virgilio Sieni (9, 10) in collaborazione con ORBITA – Spellbound Centro di Produzione Nazionale della Danza. Due titoli da non perdere: Le tue labbra – Sul cantico (Teatro Studio Borgna), musica dal vivo di Daniele Roccato e ispirazione dal Cantico dei Cantici, e il duetto Satiri con Jari Boldrini e Maurizio Giunti accompagnati al violoncello da Naomi Berrill (al Palladium). Tra gli altri artisti italiani ospiti, Ambra Senatore con Marc Lacourt guida Giro di pista – Ballo partecipativo per famiglie e bambini dai 6 anni, il Leone d’Argento Michele Di Stefano porta al festival la sua pungente rivisitazione contemporanea di Bayadère – Il regno delle ombre firmata per i giovani danzatori del Nuovo Balletto di Toscana (11), il Leone d’Oro Alessandro Sciarroni attraversa Equilibrio con più di un appuntamento a partire dal pezzo ormai di culto FOLK-S. Declinazioni con i giovani dell’Accademia Nazionale di Danza, nel bellissimo film di Matteo Maffesanti Will you still love me tomorrow?, con il Ballet de l’Opéra de Lyon in The Collection, spettacolo di chiusura del 25 attraverso il quale interrogarsi sulla molteplicità della trasmissione del movimento attraverso la danza popolare bavarese Schuhplatter. Ma anche nel curioso Sound Corner a ingresso libero dove ascoltare il ritmo di mani e piedi e respiro di FOLK-S, che compie nel 2023 undici anni di vita. Per quanto riguarda i film, al festival anche i cortometraggi RADIX I-II-III di Cristiano Leone girati alle Terme di Caracalla, al Tempietto del Bramante e alla Galleria Borghese.

EQUILIBRIO porta a Roma anche altri tre grandi autori internazionali. In co-realizzazione con il Teatro di Roma torna nella capitale un artista cardine del nostro tempo come Dimitris Papaioannou, all’Argentina dal 16 al 19 con il coinvolgente INK (2020) play for two che vede anche lo stesso artista in scena. Angelin Preljocaj è al festival con la prima italiana il 20 di Deleuze/Hendrix (tra i più intriganti titoli di questa edizione) e Olivier Dubois con un altro cult: Tragédie, new edit.

Masi: «Il mio primo interesse per questo festival è stato comporre un mosaico per il pubblico di Roma portando a Equilibrio alcuni tasselli che penso imprescindibili della danza di questi primi anni Duemila. Come Tragedie new edit di Olivier Dubois, poema coreografico per 18 danzatori, riallestito a dieci anni dalla creazione, e FOLK-S di Alessandro Sciarroni che ha girato in questi dieci anni tutto il mondo con centinaia di repliche e riallestimenti. Ci tenevo ad avere la Gauthier Dance, una compagnia molto apprezzata in questi ultimi anni. Seven Sins è per me anche un omaggio a Sidi Larbi Cherkaoui (nello spettacolo coregrafa il peccato dell’Invidia ndr.), mio predecessore alla guida di Equilibrio. Avremo il Preljocaj più sperimentale con uno spettacolo che utilizza i discorsi su Spinoza tenuti da Gilles Deleuze a Parigi intrecciati alla musica di Jimi Hendrix. Sono contento anche di avere con noi un artista fondamentale come Virgilio Sieni e di portare al festival autori italiani interpretati da compagnie diverse dalla propria, come appunto Sciarroni con Lione e Di Stefano con il Nuovo Balletto di Toscana».